RISPETTO PER LE MINORANZE

 

Il problema delle minoranze è in realtà una confuso di singoli e specifici problemi ognuno dei quali gravante su un complesso di fattori politici, etnici, economici, sociali e, non ultimo, storici”: con queste parole si presentava, all’inizio degli anni cinquanta, un rappresentante dell’Assemblea generale dell’ONU al fine di trovare una giustificazione alla difficoltà di raggruppare insieme, sotto un’unica ed esaustiva, definizione tutti i problemi relativi alla moltitudine di gruppi di minoranze, per apprestar loro adeguati sistemi di normative per la protezione dei loro diritti. I comportamenti assunti dagli Stati nei riguardi delle minoranze, hanno assunto spesso toni antitetici : riconoscimento della loro esistenza riportato in una Carta costituzionale, alla mancanza di una qualsiasi forma di tutela giuridica. E tra questi estremi vi sono, spesso, numerose posizioni intermedie, come legislazioni speciali, specifiche misure amministrative od il semplice riconoscimento di organizzazioni private che rappresentino gli interessi di questi gruppi minori. Ma anche il termine “riconoscimento”, assume diversi significati, potendo indicare lo status di persona giuridica, una serie coordinata di diritti miranti a garantire i membri di alcune comunità (in base ai principi di protezione dell’identità minoritaria). Ma solo nel 1966, si avrà l’enunciazione di un principio internazionalmente accettato, ovvero l’art.27 del Patto sui diritti civili e politici. Il processo per arrivare a tale risultato, ha origini molto lontane ed una comune base: tutte le principali religioni si richiamano al principio di fratellanza, al di sopra di ogni distinzione di etnia, colore della pelle o linguaggio; inoltre sono state proprio le persecuzioni religiose a costituire le prime occasione di ricerca di questi valori fondamentali di fratellanza universale. Bisogna tenere distinte le minoranze religiose da quelle nazionali anche al fine di evidenziare la sproporzione tra i due tipi, ed in relazione al tempo, distinguere il periodo che ha inizio dalla Riforma protestante – che ha originato le minoranze di fede – fino alla Rivoluzione francese – che ha invece sottolineato il principio della nazionalità – da quello che arriva dal congresso di Berlino del 1878 ed a tutte le convenzioni che precedettero lo scoppio del primo conflitto mondiale.

I DIRITTI DEI BAMBINI

Ogni bambino ha bisogno di una famiglia, d’istruzione e di gioco ma, soprattutto, di rispetto e d’amore. E del suo tempo per crescere. Nonostante però, negli ultimi decenni siano stati importanti i progressi fatti in materia di tutela dei minori, il diritto internazionale è ancora una “scienza giovane” e in molti paesi del mondo i diritti già acquisiti sulla carta non vengono di fatto rispettati, vengono ignorati gli accordi sottoscritti e milioni di bambini vengono privati sia dei loro diritti specifici, sia di quelli che appartengono a ogni essere umano Fino a qualche anno fa , si pensava che il bambino fosse solo un essere in sviluppo, e quindi i suoi diritti venivano legati al suo sviluppo e alla sua vita futura… E, invece, non c’è niente di più sbagliato la vita di ogni persona è anche e soprattutto il suo presente…. E dunque sul presente dell’esistenza di ogni bambino devono essere concentrati gli sforzi comuni. Il bambino e la scuola, il gioco, la famiglia, la salute, i suoi diritti inviolabili, ma anche le norme e la realtà delle adozioni internazionali, e la crudele realtà che ancora affligge parte del pianeta: la povertà estrema, la piaga dei bambini soldato, lo sfruttamento sessuale. Che cosa fare per migliorare la loro vita e come agire per difenderli? Un libro indispensabile per gli addetti ai lavori e per gli operatori del settore, ma anche un utile saggio per tutti gli adulti che hanno, come dovere prioritario, quello di tutelare i “cuccioli d’uomo. Il mondo è troppo grande per essere uguale, specie sui diritti dei bambini.

I DIRITTI DELLE DONNE

Nessun paese è perfetto in questo settore, ma molti paesi hanno cercato di interpretare a proprio modo il tema dell’infanzia. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno ben focalizzato il concetto di interesse superiore del minore e su alcuni temi sono decisamente all’avanguardia. IL nord Europa difende il bambino nelle differenti tipologie di famiglia (senza stare a definire quale è la famiglia minore, ma accettando che ogni famiglia in cui c’è amore e rispetto è migliore ambiente educativo per il bambino che ci vive).E i bambini che sfortunatamente entrano nei processi penali o civili sono trattati in maniera del tutto irrispettosa dei propri diritti e dei propri tempi. Se mi permette un esempio irriguardoso, un bambino è come il latte fresco: ha una data di scadenza a breve. Se si aspetta troppo tempo per decidere il bambino si trasforma, diventa altro. Perde le proprie caratteristiche e si inacidisce, proprio come il latte”. Il G7 delle donne, per accrescere il rispetto  per  le donne

Verranno discusse una serie di proposte per il G7, volte a rafforzare l’apporto delle donne all’economia, la loro partecipazione al mercato del lavoro, allo sviluppo tecnologico e alla sostenibilità. Un’attenzione specifica sarà anche dedicata ai temi delle migrazioni “Donne in movimento” e alla salute e i sistemi sanitari.La Presidenza italiana del G7 ha deciso di promuovere un piano per risolvere che contiene impegni specifici e misurabili su temi che riguardano il potenziamento delle capacità lavorative delle donne: dalla formazione digitale, al superamento della disparità dei salari (es. un uomo 500 euro mentre una donna 350), alla creazione di nuovo lavoro. Si discuterà come introdurre, nelle politiche economiche e sociali, il bilancio di genere. Ormai è chiaro a tutti che la questione «femminile» non è soltanto una questione di diritti. È una delle condizioni essenziali per uno sviluppo sostenibile del sistema economico. Fare leva sulle donne, cominciando dalle ragazze, è essenziale contro il declino ed una ricetta anti crisi. In tal senso è stato redatto il “Patto per le Donne” documento che descrive gli obiettivi da raggiungere per il lavoro delle donne, così come sono emersi dagli Stati Generali delle donne che sono stati svolti in tutte le Regioni italiane: è un percorso unitario di intervento sui territori finalizzato a creare nuova occupazione femminile nell’ambito dello sviluppo economico, produttivo ed occupazionale dell’Italia, per la cui attuazione è ritenuta necessaria un’azione coordinata, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, in considerazione della strategicità e complessità degli interventi, nonché per accelerarne la realizzazione, nel rispetto delle disposizioni comunitarie e nazionali.

 

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