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La nostra fantastica Week

 

 

 

Ogni anno nella nostra scuola abbiamo la possibilità di vivere un’esperienza fantastica: la WEEK4US.

Si tratta di vivere una settimana in cui non portiamo cartella o cartelline ma soltanto tanta tanta buona volontà perché eseguire laboratori creati dai professori ci vuole impegno. Dal nostro punto di vista questa settimana è stata istruttiva, anche se a volte impegnativa, infatti ci è stato chiesto di affrontate situazioni nuove e molto diverse: ad esempio costruire plastici, cerare maschere della commedia, conoscere Dante, animare la carta, produrre video stop-motion. Ci siamo divertiti molto anche se all’inizio eravamo tutti un po’ preoccupati perché entravamo a fare parte di un gruppo di compagni di altre classi. In realtà già dal primo giorno abbiamo socializzato con tutti.

Alla fine della settimana eravamo tutti contenti, felici e pieni di soddisfazione.

PIETRO 11 ANNI

GABRIELE 11ANNI

IL MAGICO CONCERTO FOLK!

Giovedì 4 febbraio prima della ricreazione, nella palestra della scuola primaria “Don Gnocchi”, abbiamo assistito ad un concerto di musica folk in cui ha suonato il professor Lora con il suo gruppo.

Questo è stato un evento della Week4Us 2016, una settimana alternativa, dedicata a noi studenti, che prevede lo sviluppo di competenze attraverso laboratori didattici con le sezioni miste, e lezioni diverse dal solito, tenute non dai professori del nostro plesso, ma da professionisti esperti in materia.

La band, Folk Studio A, ha eseguito quattro brani di musica celtica con alcuni strumenti originari da diversi paesi. Durante lo svolgimento, il gruppo ha dato la possibilità al pubblico di interagire con i musicisti, ponendo domande e richiedendo dei pezzi scelti dal pubblico.

Non vi annoiamo con altre parole, ma guardate il seguente video.

 

Classi seconde

 

WEEK4US: SAI METTERTI IN GIOCO?

Una settimana alla meravigliosa scoperta  delle nostri doti nascoste

Ciao, sono Martina e ci tengo a scrivere questo articolo in modo che tutti sappiano cos’è Week4Us.

Nella settimana tra il primo e sesto giorno di febbraio nella scuola media statale Arnaldo Fusinato si è svolta la settimana alternativa (soprannominata Week4Us).

Cosa dire? Credo sia la settimana più apprezzata dalla maggior parte degli alunni che frequentano la nostra scuola.

In questi  sei giorni i ragazzi “subiscono” un mutamento di orari e materie.

I nostri professori hanno assegnato da tre a quattro laboratori diversi, in base a quello che pensavano ci sarebbe piaciuto.

Forse non tutti inizialmente erano contenti e avrebbero voluto essere loro a scegliere direttamente , ma poi frequentando i laboratori si sono resi conto di come avrebbero potuto sfruttare l’attività a loro favore e hanno scoperto nuovi interessi, e qualcuno ha scoperto delle doto che non pensava di possedere.

Durante la mattina i ragazzi partecipavano in primo piano ad alcune attività e un incontro tenuto da esperti ogni giorno diversi.  Per esempio noi seconde abbiamo incontrato la professoressa Circi il lunedì; lei ci ha esposto il tema dell’alimentazione e le problematiche a esso collegate. Il martedì, con due dei consiglieri e volontari di “Città della Speranza”, siamo stati partecipi di una presentazione della fondazione stessa. Il mercoledì  un incontro diverso: al teatro Astra abbiamo partecipato allo spettacolo “Branco di scuola” che parlava dell’evidente problema del bullismo nelle scuole medie e superiori.

Il giovedì il professor Lora e il suo gruppo di musica irlandese. Si può definire una lezione-concerto, dove noi abbiamo potuto ascoltare e partecipare ad alcuni brani suonati dal gruppo.  Il venerdì siamo tornati agli incontri con il volontariato, che era uno dei temi predominanti per le classi seconde. “Legambiente” è la relazione dove abbiamo potuto metterci più in gioco e fare la nostra parte, proponendo delle idee che ritenevamo utili per l’ambiente e a chi ci vive. Per finire in bellezza, sabato il nostro relatore è stato Giorgio Dalle Molle; medico associato a CUAMM, che ci ha spiegato il problema presente in Africa attualmente e come arrivino risorse dagli stati.

La settimana alternativa, alla scuola Fusinato è presente e attiva da due anni. Probabilmente è ancora in fase di sperimentazione sotto alcuni punti, ma bisogna ammettere che è un’attività divertentissima e utile per capire molte cose ad esempio che abbiamo delle capacità nascoste che dobbiamo scoprire, che bisogna provare prima di dire NO; che lavorare con gli altri richiede una grande intelligenza sociale…….

Quest’anno ci sono stati addirittura uno slogan e un logo. Lo slogan era sicuramente “mettiamoci in gioco”, una frase che molti di noi hanno saggiamente ascoltato. Il logo invece è una bellissima rivisitazione  dell’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci, simpaticissimo.

Credo che un grazie a tutti i relatori e ai professori che hanno contribuito all’organizzazione e alla realizzazione di questo progetto sia doveroso; quindi grazie di cuore a nome dell’intera scuola.

E adesso cosa dire? L’esperienza appena conclusa possa essere un preludio di moltissime altre Week4Us.

Martina Simonato 2D

WEEK4US UN’ESPERIENZA DI VITA

UN’OCCASIONE PER IMPARARE A METTERSI IN GIOCO

La Week4us, secondo noi, dimostra la disponibilità della scuola nei nostri confronti, cercando di aprirsi anche al nostro mondo, al mondo dei ragazzi di oggi. Significa fare anche scuola “moderna”, significa insegnare a noi ragazzi la scuola non è solo un obbligo o una seccatura. La scuola SIAMO NOI. E’ anche un posto per i nostri interessi, per le nostre passioni, per le nostre amicizie. La scuola non sono solo i libri o le verifiche.  A scuola possiamo metterci in gioco e prepararci al nostro futuro. Perché quando saremo là fuori, da soli, con la nostra vita in mano, non avremo più il vincolo del dovere. Dovremo prendere da soli le nostre scelte. E sarà più difficile di quanto crediamo. La settimana alternativa ci ha dato la possibilità di fare scuola in maniera diversa. Ci siamo potuti esprimere nei laboratori e abbiamo assistito a delle testimonianze molto particolari e stimolanti, diverse da quello che sentiamo ogni giorno. A parte un incontro che non ci ha particolarmente stimolato, tutti gli altri sono stati organizzati in modo da coinvolgerci molto. Quando, ad esempio, sono venuti i ragazzi di “Cittadini per la Costituzione”, ci siamo resi conto che certe tematiche non sono solo per i grandi, ma possono interessare e coinvolgere anche noi, adulti del futuro. Ragazzi poco più grandi di noi, motivati da uno scopo comune che li accumunava anche a Fahrad: Far sapere. Diffondere alla gente una cultura attuale di quello che non siamo ancora riusciti a migliorare nel mondo, per riuscire a farlo in futuro. La cosa più temuta da chi pensa solo al proprio interesse è la CULTURA. Se le persone non sanno, non pensano che sia sbagliato, lo accettano e basta. Ma se una persona sa, se una persona è al corrente, comincia a domandarsi se è così che devono andare le cose. Le testimonianze della settimana alternative avevano proprio lo scopo di FARCI SAPERE, farci sentire parte di un mondo che per certi aspetti sentiamo così distante da noi e dalle nostre vite  di cui spesso non apprezziamo la fortuna. Certo, siamo ragazzi, a cui viene spesso rimproverato il menefreghismo, ma qualcosa ci rimane dentro. A chi più a chi meno, ma far sapere ai ragazzi resta la soluzione migliore per migliorare il futuro. La week 4 us racchiudeva tutte queste cose, e non solo, e a noi ragazzi è piaciuta davvero tanto. Noi ragazzi speriamo che questa attività verrà portata avanti anche nei prossimi anni, perché è uno stimolo per noi, abituati alla solita routine della scuola.

 

 Redazione delle classi terze

Week4Us: intervista al Preside

La settimana alternativa è stata istruttiva per gli alunni o per gli insegnanti?

Per entrambi.

 Di chi è stata l’idea della Week4Us?                                                              

È stata in parte mia e in parte della commissione insegnanti.         

Dato che ai ragazzi è piaciuta questa esperienza l’anno prossimo si potrà rifare?

Certo! Potremmo farne anche due.

Quando lei aveva la nostra età ha mai fatto un’esperienza simile?

Ai miei tempi la scuola era semplicemente stare seduti ai banchi a studiare, il massimo di svago era fare una piccola gita all’anno.

È stato complicato organizzare tutto il lavoro?

Molto, perché bisogna interrompere il normale svolgimento delle giornate, bisogna collegare i professori ai propri laboratori e alle rispettive aule. Inoltre ci sono 430 alunni da accontentare …

Da dove è nato il logo?

Abbiamo preso ispirazione dall’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci, nella sua concezione di uomo al centro di tutto; infatti lo slogan di questa settimana è stato“sei disposto a metterti in gioco?”

 

La “chicca” della vicepreside…

“Se avessimo cinque ragazzi ,e chiedessimo a ognuno di loro di dirci i laboratori che sceglierebbero tra  A, B, C, D ed E siamo tutti sicuri che comunque qualcuno non sarà del  tutto  accontentato.  Se un ragazzo sceglie A, un altro D o B , una C e gli altri due E oppure A, siamo convinti che qualcuno alla fine avrà da ridire. Il problema e che voi non siete in cinque, ma in circa 430, e siccome nella vita non sempre sarà come noi vorremmo che fosse, bisogna imparare fin da ragazzi ad accontentarsi. Il tema di questa settimana era mettersi in gioco, e noi professori dobbiamo insegnarvi come fare.

Non accettiamo i “non lo so fare” o i “non voglio farlo”, quindi speriamo che capirete che noi cerchiamo di accontentare il più possibile le vostre richieste, ma voi dovete almeno provare a mettervi in gioco e impegnarvi il più possibile in tutto quello che fate.”

 

Redazione classe seconde

StopMotion Videos…

Ecco finalmente una galleria di alcuni video stopmotion conclusi durante la Week4Us. Prossimamente ne pubblicheremo degli altri!
Buon divertimento!

Le attività “Kairòs” della Week4Us

a cura del prof. Angelo Lora

All’interno della Week4Us, gli insegnanti di sostegno hanno ideato e realizzato un’attività volta a tutte le classi, per sensibilizzare sul tema della disabilità. Come referente del Kairos, ho visto la possibilità di espandere l’attività che di solito si svolge a marzo, con un’ulteriore settimana dove noi insegnanti di sostegno ci saremmo messi in gioco per creare qualcosa di stimolante al fine di mettere in luce la persona diversamente abile. Abbiamo così realizzato dei diversi progetti a seconda delle classi da incontrare.

Per tutte le classi seconde, divise fra tre insegnanti in tre diverse aule, si è cercato di mettere in relazione due diverse esperienze di persone disabili: la prima è Simona Atzori, disabile dalla nascita, che è riuscita a realizzare i sogni della sua vita diventando una ballerina e una pittrice professionista. Sono stati letti dei capitoli e delle frasi significative dal suo libro autobiografico “Cosa ti manca per essere felice?” e mostrato agli alunni un video di presentazione del libro, di momenti di danza, alcuni suoi quadri e dei momenti particolari della sua vita quotidiana.
In un secondo momento si è parlato di Giusy Versace, diventata disabile, perdendo gli arti inferiori, in seguito ad un incidente stradale a ventotto anni. In un’intervista trasmessa alla TV, lei racconta la sua esperienza prima e dopo l’incidente e di come sia riuscita a reagire e ad affermarsi come atleta alle paraolimpiadi. Alla fine delle due testimonianze, si è discusso con i ragazzi sui diversi modi di reagire di fronte alla diversità e di come noi ci poniamo rispetto ad un disabile quando li incontriamo (senso di pietà o altro).

Per le classi terze, è stato proiettato il film “Un amore speciale” che parla di un amore tra due persone disabili. È un film d’impatto, proprio per il tema trattato: viene coinvolta la famiglia in questioni delicate e anomali proprio perché, a volte, si pensa che queste persone non siano in grado di avere una propria autonomia, di innamorarsi, di amare e poter fare una famiglia come noi “normali”. Alla fine del film, è stata consegnata una scheda con delle domande a cui, la maggior parte dei ragazzi, ha risposto in maniera sbrigativa senza importanti riflessioni personali. Il film durava più delle due ore che avevamo a disposizione, perciò siamo stati costretti a dover tagliare delle scene o, in un caso, a non farlo vedere interamente. Per questo motivo i ragazzi si sono giustificati nell’aver dato un giudizio riduttivo con poche riflessioni personali.  Il film comunque è piaciuto e ha lasciato in tutti un pensiero positivo.

In un altro giorno, con le tutte le sei classi prime (circa 150 ragazzi!) siamo andati nella palestra della scuola dove abbiamo sperimentato delle attività del prezioso manuale Kairos! All’inizio abbiamo fatto dividere tutti i ragazzi in coppie. Uno dei due veniva bendato e il compagno, da dietro, doveva dare dei comandi solo toccando sulle spalle chi stava davanti a lui: al centro per andare dritto, sulla spalle destra o sinistra per girare e sopra la testa per fermarsi. Naturalmente chi guidava doveva stare attento che il compagno non si scontrasse con gli altri, e non si poteva parlare. Alla fine di un percorso si sarebbero scambiati le parti. La prima volta li abbiamo lasciati liberi di girare per la palestra, mentre, in un secondo momento, dovevano attraversare un percorso tra i birilli superando degli ostacoli. Essendo in tanti (forse troppi), si è creata un po’ di confusione e molti non rispettavano le regole date, ma, come prima esperienza, diciamo che si sono divertiti e l’eccitazione era data dalla difficoltà di comprendere i comandi non sempre chiari. La seconda attività era sempre in coppia e consisteva in una corsa “a tre gambe”, nel senso che le due gambe centrali, venivano legate costringendo la coppia a sincronizzare il passo: un gioco (pur sempre) di squadra, anche se numericamente piccola. Hanno visto che c’era bisogno di intesa per arrivare prima degli altri! La terza attività era sempre una corsa fatta con le braccia dentro la maglia: questo per far capire la difficoltà di correre avendo un impedimento fisico. L’ultima attività, infine, consisteva nella lettura labiale di una consegna data da noi insegnanti ognuno a due classi. L’azione da svolgere consisteva nel prendere un paio di occhiali che stavano sopra un tavolo, indossarli e ritornare al proprio posto: chi capiva le indicazioni, doveva eseguirle. Non è stato facile per la maggior parte degli allievi, ma dopo aver ripetuto più volte e molto lentamente le parole, molti si sono attivati. Gli occhiali (solo sei paia) erano naturalmente da vista e molto forti, così i ragazzi normovedenti, hanno fatto fatica a ritornare al loro posto. Questa attività è stata programmata appositamente per far capire loro l’importanza della vista. In conclusione possiamo dire che tutti si sono divertiti e siamo riusciti, anche attraverso dei giochi, a sensibilizzarli sulla disabilità nelle diverse forme.

In un’altra giornata, per le classi terze, due ore sono state dedicate alla “storia della disabilità” ossia capire, attraverso gli anni, chi sono stati i diversamente abili e come venivano considerati. Attraverso un powerpoint , una collega di sostegno ha illustrato delle slides e alla fine ha lasciato spazio a un dibattito con gli studenti.

Alle classi prime e seconde, in due momenti diversi, abbiamo mostrato loro alcuni video, sempre sulla disabilità. Sono stati selezionati tra molti che si possono trovare in rete perché, a nostro parere, più immediati e di effetto. Da quelli in cartone animato a immagini reali dei nostri giorni dove si vedevano le difficoltà incontrate quotidianamente da persone in carrozzina che devono prendere l’autobus, salire un marciapiede pieno di intralci; la presenza di barriere architettoniche come scalinate o scalinate prive di scivoli ai lati che non permettevano il passaggio; la difficoltà di raggiungere un bancomat o l’accesso ad una farmacia; in particolare, l’impossibilità per un disabile di parcheggiare l’auto in un posto riservato, dotato di apposita segnaletica, perché occupato abusivamente, più tante altre difficoltà che s’incontrano nelle nostre città ma cui non facciamo caso perché a noi, persone “sane”, esse non danno fastidio. I ragazzi hanno potuto pertanto calarsi nei panni di persone diversamente abili e comprendere il valore di una realtà molto lontana dalla propria! Importante è stata anche la video-testimonianza di Nick Vujicic in una scuola americana dove parlava tranquillamente del suo handicap e della sua vita. Il suo “Circo della farfalla”, (già segnalato al Lions), cortometraggio sull’handicap visto come mostruosità da baraccone, ha valso più di tante parole.