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Dal canestro alla famiglia: ISABELLE YACOUBOU

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Durante la week4sport tenutasi nei primi giorni di marzo, sono venuti molti esperti tra cui la giocatrice professionista di pallacanestro Isabelle Yacoubou con il suo manager e il presidente del Coni di Vicenza.

La ragazza nasce in Africa in una famiglia con ridotte possibilità economiche, per seguire il sogno del basket, si trasferisce in Francia e lì rimane fino al 2010. Una volta giunta in Italia comincia a giocare per il Famila basket di Schio e viene nominata campionessa italiana nel 2011.

Vanta un argento alle olimpiadi di Londra 2012, un oro agli Europei in Lettoni nel 2009, un bronzo in Polonia nel 2011 e due argenti: il primo in Francia nel 2013 e il secondo in Ungheria nel 2015.

Essendo una professionista di fama mondiale ebbe la possibilità di giocare anche in Russia, Spagna e Cina, tornando sempre però in Italia. La giovane Isabel adottò un bambino e durante la sua presentazione ha risaltato il suo impegno di mamma e giocatrice allo stesso tempo. Spesso i figlio fa capolino in palestra, seguendo la madre durante gli allenamenti. Questo dimostra l’importanza della famiglia per Isabelle e la disponibilità dei Dirigenti del Famila Basket.

Questo ha suscitato in noi anche un senso di rispetto e ammirazione nei confronti di una persona così determinata e piena di risorse. Ci ha fatto capire, inoltre che siamo fortunati a stare in Italia perché in altri paesi, anche se presentano altri punti di forza, fanno allenamenti e hanno uno stile di vita molto più rigido. Per esempio, in Cina, l’intera squadra è stata mandata in campi militari per aver contestato la decisine dell’arbitro. Nonostante ciò gli altri paesi sviluppano un profondo interesse per ciò che caratterizza la sua e la nostra vita qui in Italia!

MATILDE 13 ANNI

KATARINA 13 ANNI

MARTINA 13 ANNI

Un basket davvero… speciale!

Il prof. Lora, organizzatore dell'evento
Il prof. Lora, organizzatore dell’evento

Un momento molto intenso, che abbiamo vissuto alla scuola media Fusinato, è stato realizzato mercoledì 25 marzo ’15 per le sei classi prime: è stata ospitata nel nostro istituto una squadra di atleti professionisti, disabili, di basket. In quest’occasione hanno dimostrato come la passione per lo sport possa superare qualunque difficoltà. Sono sei giocatori della provincia di Vicenza, accomunati dallo stesso handicap agli arti inferiori (alcuni dalla nascita e altri in seguito ad un incidente) e soprattutto dalla stessa passione per lo sport: hanno giocato prima una partita tra di loro e poi, con altre carrozzine in più, hanno permesso di partecipare, a turno, ad alcuni dei nostri ragazzi (scelti dagli insegnanti di ed. fisica) che assieme a loro, hanno sperimentato il gioco del basket in una nuova modalità…

Giocatori in ascolto
Giocatori in ascolto

All’inizio c’è stato un breve discorso di presentazione della squadra e di alcune regole che appartengono a questa tipologia di gioco in carrozzina (come il numero delle spinte al posto dei passi) e poi si è passati all’azione. Nella partitella della squadra si è vista la scioltezza e la loro bravura come ad una vera partita di basket. In seguito i ragazzi della scuola, dapprima impacciati, si sono ritrovati in campo a rincorrere palloni che sfuggivano alla loro presa su carrozzine che, nonostante fossero leggere, erano difficili da manovrare per cui sembravano fare un’enorme fatica da inesperti!

 

 

I giocatori si sono dimostrati molto sensibili e attenti sotto quel fisico atletico, come delle mamme con i loro cuccioli.

Quando hanno giocato insieme, li aspettavano e li consigliavano in modo che si sentissero a proprio agio. Non li ho mai visti tirare a canestro e, in alcuni casi, anche se erano avversari, ridavano la palla al ragazzo perché riprovasse il tiro sbagliato. Il resto dei compagni (un centinaio di alunni!) dagli spalti faceva il tifo chiamando i nomi dei giocatori (soprattutto il nigeriano Kenneth, diventato un vero e proprio idolo!) e sottolineando con applausi e grida di gioia ogni canestro.

Alla fine dell’incontro, dopo due ore di intenso scambio, c’è stato l’urlo liberatorio ed esultante della squadra e tutti i ragazzi si sono accerchiati attorno ai giocatori per farsi fare gli autografi di ognuno. La campanella della ricreazione in questo emozionante momento non era stata sentita e questo fa pensare ancor di più quanto fossero immersi in questo speciale momento. Al termine dell’incontro, da parte degli atleti professionisti, abbiamo condiviso il fatto che l’obiettivo è stato raggiunto.

Angelo Lora