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Il progetto: imparare a provare

 

In questi giorni, nella Week4us, abbiamo fatto una esperienza importante. Gli insegnanti ci hanno organizzati a gruppi per fare delle ricerche e lo scopo di questa attività era sì, eseguire una ricerca ma soprattutto essere disponibili ad aiutarci gli uni con gli altri…insomma dovevamo capire quanto siamo capaci a collaborare.    

Per aiutarci nella nostra ricerca ci hanno consegnato dei tablet.

L’argomento che dovevamo sviluppare riguardava il mondo degli animali; ad ogni gruppo è stato assegnato un argomento specifico: un gruppo gli uccelli, uno i mammiferi, uno i molluschi, uno gli insetti uno sugli artropodi.

Per chi non lo sapesse gli artropodi sono i ragni, le aragoste, le mosche….…

Io ho lavorato assieme ad altri tre compagni, insieme abbiamo lavorato con entusiasmo perchè un po’ alla volta ci venivano tante, tante,  idee.

Abbiamo creato un cartellone a forma di ala, dove abbiamo scritto tante informazioni sugli uccelli.

Abbiamo scelto di farlo azzurro  perché indica il cielo.

Ci siamo divisi per trovare diverse informazioni, io le informazioni le ricerche e i tipi di uccello di becco e di statura di corpo, una  mia compagna si e impegnata per le foto e per gli ambienti dove vivono, e l’altra mia, come dividere per ordine le informazioni date.

Creando il cartellone abbiamo capito che da una idea nasce una altra idea e che quindi, quello che inizialmente potrebbe sembrare difficile da fare poi diventa una specie di gioco e che quindi non dobbiamo fermarci di fronte ad un compito ma PROVARCI.

                                                                                                    NIKOLA 11 ANNI

RADIO HORROR

Radio horror è un progetto che il professore ha proposto alla 2^F.

Secondo me il professore ci ha fatto fare questo progetto a gruppi per farci comprendere meglio cosa significa horror.

Abbiamo accettato perchè è una cosa divertente, ma allo stesso tempo impariamo qualcosa in più. Il progetto consiste nel creare una trasmissione radio che parla di horror, inserendoci temi, interviste, autori famosi, ecc.

All’inizio ci siamo divisi in gruppi da quattro o cinque persone e poi abbiamo inventato i nomi per le nostre radio, ad esempio il nome del mio è “The Black Queen”.

Abbiamo anche eletto il capo poi ci siamo distribuiti le parti.

In questi giorni ho intervistato alcuni miei compagni di classe per sapere cosa gli ha colpito di questo progetto.

La risposta più frequente è stata:

mi ha colpito molto il fatto che più persone lavorano insieme per formare una cosa sola”.

Poi ho anche chiesto se gli piacerebbe riproporlo al professore con un altro genere, e tutti hanno risposto di sì.

Dopo ho pensato che sarebbe bello scrivere anche le risposte del professore alle mie domande:

1. Perchè ci ha proposto questa attività?

Per imparare a conoscere l’ horror, ad esporre e perchè vi divertiate.

2. Le piacciono gli horror? Ne ha mai scritti?

Si, mi piacciono molto gli horror, ma purtroppo non ne ho mai scritti.

3. Pensa che possiamo riuscire a finire questo progetto in tempo?

Si, a patto che ci sia ordine nel gruppo.

4.Vuole darmi un consiglio per il tema horror?

Seguire bene lo schema narrativo canonico, evitando di iniziare con la manipolazione. Usare bene la tecnica del “colpo di scena” e inserire dialoghi curati.

Per la registrazione il professore ci ha portato un microfono. E’ stato molto difficile registrare per il mio gruppo perchè siamo stati i primi, ma alla fine siamo state brave.

AURORA 2^F

RISPETTO PER GLI ADOLESCENTI

SPESSO I RAGAZZI SONO SOGGETTI A VIOLENZE NON SOLO TRA DI LORO MA ANCHE DA PARTE DEI GENITORI, O DI UN QUALSIASI FAMILIARE, MOLTI DI QUESTI A SCUOLA.

ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA, I RAGAZZI SONO ESPOSTI A DIVERSE FORME DI VIOLENZA: MALTRATTAMENTI FISICI, PSICOLOGICI E SESSUALI E COINVOLGIMENTO NELLA VIOLENZA DA PARTE DI UN GENITORE VERSO UN ALTRO, CHE CARATTERIZZANO IL RAPPORTO DI COPPIA DEI GENITORI.

 

Si distinguono diverse forme di violenza nei confronti degli adolescenti:

  • la violenza fisica, che comprende atti violenti come bruciare, strangolare o scuotere la persona; in questa categoria rientrano anche le punizioni corporali come «misura educativa»;
  • la violenza psicologica, come minacciare, insultare, ridicolizzare, umiliare, disprezzare, sminuire, isolare o ignorare la persona. Anche l’assistere ad atti di violenza nel rapporto di coppia dei genitori o l’essere strumentalizzati nelle fasi dei conflitti sono considerati una variante della violenza psicologica;
  • la violenza o l’abuso sessuale, ovvero qualsiasi atto sessuale attraverso contatto fisico forzato commesso da una persona nei confronti di un’altra, contro la sua volontà, sfruttando una posizione di potere. In questa categoria rientrano anche i matrimoni contratti con minorenni (spose bambine), lo sfruttamento sessuale di minori a fini commerciali attraverso la prostituzione minorile e la pornografia infantile;
  • la negligenza fisica e psichica, che implica il rifiuto o la sottrazione del necessario (cibo, cure), della prevenzione (attenzioni, protezione dai pericoli) e degli stimoli (indispensabili per lo sviluppo motorio, psichico, emotivo e sociale);
  • il coinvolgimento nella violenza: caratterizza il rapporto di coppia dei genitori, che per i minori significa ritrovarsi nel locale in cui avvengono i maltrattamenti, sentire i rumori della violenza che provengono da una stanza vicina vederne i segni (ferite o disperazione) sui loro corpi;
  • la violenza istituzionale, che è caratterizzata dal maltrattamento dei minori nelle istituzioni (ad es. istituti, strutture psichiatriche, penitenziari, scuole) da parte delle persone che teoricamente dovrebbero garantire il loro bene e proteggerli;
  • la violenza strutturale: Questa forma di violenza comprende le condizioni di vita ostili ai minori (ad es. traffico stradale, cantieri, assenza di possibilità di gioco, lavoro minorile), ma anche i fattori che si ripercuotono indirettamente su di loro, come le condizioni di lavoro dei genitori e le risorse economiche e sociali;
  • le pratiche che nuocciono alla salute e che violano i diritti umani, come le mutilazioni genitali di cui i minori sono vittime in misura superiore alla media;
  • la tratta (commercio) di esseri umani;
  • lo sfruttamento sistematico (regolare, al massimo) dei minori per reati da parte di organizzazioni criminali;

 

BULLISMO E CYBER BULLISMO

Il CYBER BULLISMO è la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come BULLISMO. Quest’ultimo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie praticate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico (tra compagni di classe o scuola). Oggi la tecnologia consente ai bulli di entrare nelle case delle vittime, di avere accesso alla loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite telefoni o pubblicati sui siti web tramite Internet. Il bullismo diventa quindi cyber bullismo. Il cyber bullismo definisce un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, foto, video, email, chat rooms, IM, siti web, telefonate), il cui obiettivo e quello di provocare danni ad un ragazzo incapace a difendersi.

DIFFERZE TRA BULLISMO E CYBERBULLISMO

BULLISMO CYBERBULLISMO
Sono coinvolti solo gli studenti della classe e/o dell’Istituto; Possono essere coinvolti ragazzi ed adulti di tutto il mondo;
 generalmente solo chi ha un carattere apparentemente forte, capace di imporre il proprio potere, può diventare un bullo; chiunque, anche chi è vittima nella vita reale, può diventare cyber bullo;
i bulli sono studenti, compagni di classe o di Istituto, conosciuti dalla vittima; i cyber bulli possono essere anonimi e sollecitare la partecipazione di altri “amici” anonimi, in modo che la persona non sappia con chi sta interagendo;
le azioni di bullismo vengono raccontate ad altri studenti della scuola in cui sono avvenute e sono circoscritte ad un determinato ambiente; il materiale utilizzato per azioni di cyber bullismo può essere diffuso in tutto il mondo;
le azioni di bullismo avvengono durante l’orario scolastico o nel tragitto casa-scuola, scuola-casa; le comunicazioni aggressive possono avvenire 24 ore su 24;
le dinamiche scolastiche o del gruppo classe limitano le azioni aggressive; i cyber bulli hanno ampia libertà nel poter fare online ciò che non potrebbero fare nella vita reale;
bisogno del bullo di dominare nelle relazioni interpersonali (con la persona) attraverso il contatto diretto con la vittima; invisibilità da parte del cyber bullo attraverso azioni che si celano dietro la tecnologia;
reazioni evidenti da parte della vittima (dolore, tristezza, rabbia) e visibili nell’atto dell’azione di bullismo; assenza di reazioni visibili da parte della vittima che non consentono al cyber bullo di vedere gli effetti delle proprie azioni;
tendenza a sottrarsi da responsabilità portando su un piano scherzoso le azioni di violenza. sdoppiamento della personalità: le conseguenze delle proprie azioni vengono attribuite al “profilo utente” creato.

 

 

DOBBIAMO RICORDARCI LA PERICOLOSITA’ DELLA RETE E DI USARLA RESPONSABILMENTE. SE QUALCUNO TI OFFENDE, RICORDATI DI SEGNALARE ALLA POLIZIA POSTALE O, SE UN CASO DI BULLISMO, DI PARLARNE CON QUALCUNO (AMICI, INSEGNANTI, FAMILIARI).

BINTOU AMAR 3^C

NUOVA SCUOLA, NUOVE AMICIZIE

Cari lettori è iniziata la scuola media anche per noi. Si è aperto un mondo a noi sconosciuto ma diverso da come c’è lo aspettavamo. Le amicizie non possono mancare in questo mondo perché servono a superare quei momenti in cui tutto si oscura.

Il primo giorno di scuola distingui il bene dal male conoscendo le persone più giuste per te!

Per rompere il ghiaccio inizia la conversazione con un complimento sincero, siamo sicuri che da li inizierà una piacevole conversazione.

State tranquilli vi possiamo assicurare che tutto è possibile, anche le amicizie!

Noi ci aspettavamo di essere escluse e in vece siamo qui a scrivere questo articolo in compagnia di tutte le classi della scuola prima-seconda-terza senza nostalgia delle elementari, che sono ormai un passato lontano.

L’amicizia è un mondo da scoprire pieno di brividi e fossi da affrontare insieme al tuo amico per poi gustare i frutti più dolci che offre.

L’amicizia è un dono fantastico perché se ti senti un po’ giù i compagni ti danno una mano.

Martina e Caterina

UN NUOVO MONDO: FUSINANDONLINE

Un giorno ci arrivò un avviso chiedendoci la partecipazione al primo incontro del FUSINADONLINE.

Il giorno del’ incontro arrivò in fretta:i piedi ci formicolavano, nel nostro stomaco le farfalle facevano festa e il nostro cuore era invaso dall’emozione.

La professoressa accese la Lim e ci spiegò le responsabilità che un bravo giornalista deve assumere. Ci sentivamo dei piccoli lavoratori pronti a soddisfare ogni richiesta.

Arrivò a grande sorpresa un giornalista per aiutarci nella grande impresa che avremmo compiuto.

Ci aspettava un lungo percorso da affrontare coraggiosi come degli esploratori e curiosi come scienziati.

Con l’ occorrente necessario per affrontare ogni imprevisto pronti a tutto.

Caterina e Giulia 11 anni

LA PAURA DEL GRANDE CAMBIAMENTO

Questo articolo tratterà delle paure e dei timori,che tutti i ragazzi di quinta elementare hanno verso le medie.

Quando noi eravamo in quinta elementare, avevamo le vostre stesse paure, ma, dopo un paio di settimane abbiamo capito, che non c’era niente di cui spaventarsi.

Ci siamo riuniti, insieme, abbiamo, deciso di fare le seguenti domande ai ragazzi di quinta elementare, ora, proviamo a capire insieme a voi i timori verso le medie.

1-Di che cosa hai paura?
2-Come ti immagini i Prof e il preside?

3-Ai paura di prendere note?

4-Ai paura che i compiti aumenteranno

5-Pensi che ci siano bulli? Hai paura!?

6-Ai paura di non trovare amicizie?

7-Ai paura di essere escluso dai tuoi compagni?

8-Ai paura di perderti a scuola?

9-Ai paura dei ragazzi più grandi?

10-Ai paura di essere sospeso o essere bocciato?

-Queste domande sono state ideate per farvi ragionare sulle paure delle medie.

Speriamo che grazie a questo articolo hai ragionato sul cambiamento che presto farai.

” Le medie non sono cosi’ spaventose, anzi, quando entrerai a farne parte sarai molto felice.”

Benjamin, Anna, Jessica.

IO RISPETTO, TU RISPETTI… TUTTI SIAMO FELICI

 

 

Martedì 14 novembre la professoressa Rossi ha sostenuto a noi, classe terza, un discorso a base del rispetto verso noi stessi e quello altrui.

Riflettendo sui vari punti del discorso ho capito che il rispetto per gli altri è la base fondamentale per convivere civilmente in una società; fin dall’antichità l’essere umano si deve confrontare con una comunità di altre persone: questo comporta regole e limitazioni ben precise. Se tutti si comportassero come se fossero le uniche persone sulla terra e dovessero occuparsi solo di loro stessi senza dar conto a nessun altro la società andrebbe verso la rovina totale.

È palese secondo me che un’educazione alla convivenza deve avvenire soprattutto fra i giovani, ma con il passare delle generazioni, i ragazzi sembrano peggiorati, un esempio lampante: l’aumento di fenomeni di bullismo fin dalle scuole elementari o anche l’abbassamento dell’età media dei ragazzi in riformatorio. Secondo me, se i ragazzi di oggi si comportano in questo modo è colpa soprattutto dell’educazione che essi hanno ricevuto nel corso degli anni: se i genitori sono stati troppo permissivi o, al contrario, troppo oppressivi il ragazzo è cresciuto nel primo caso con la convinzione che tutto gli sia dovuto e che ha il diritto di fare quello che vuole, mentre nel secondo caso con una voglia incredibile di ribellarsi.

Ma non sono solo questi i casi, per esempio anche nella vita di tutti i giorni si vedono piccole infrazioni alle regole della comunità: buttare una cartaccia per terra, salire su un pullman di linea senza biglietto o ancora scaricare musica illegalmente. Però siamo ormai arrivati alla condizione in cui non ci rendiamo nemmeno più conto dell’illegalità, o più semplicemente della gravità delle nostre azioni.

Per educare i figli in modo appropriato è necessario far loro capire l’importanza di frequentare la scuola, ma non basta, se non sono i genitori stessi a dare per primi il buon esempio per far sì che i loro figli si rendano conto che sono dei veri e propri “cittadini del mondo”.

Ripensando alle parole della professoressa ho compreso che il rispetto di se stessi è l’elemento più importante in assoluto, perché quando si ha rispetto di se stessi quello che gli altri pensano di noi diventa irrilevante. Non mi riferisco alle critiche positive e costruttive perché queste sono davvero rare. La maggior parte delle critiche che riceviamo sono critiche fatte per buttarci giù, critiche nate dalla frustrazione di chi non ha avuto magari il coraggio di inseguire i propri sogni o il più delle volte da coloro che non riescono a pensare così in grande come noi e che si sentono talmente piccoli che il nostro coraggio li infastidisce.

Riuscire a distaccarsi dalla critica degli altri è assolutamente indispensabile e il rispetto di se stessi è la chiave.

Il più delle volte sappiamo cosa significa “rispettare gli altri”, ma non sappiamo cosa significa “rispettare noi stessi” o ancora peggio, cercando sempre di rispettare gli altri dimentichiamo di rispettare la nostra persona e la cosa più importante è che nessuno ti rispetterà se non sei tu per primo ad avere rispetto di te stesso.

Avere rispetto di se stessi, secondo me, significa conoscerci a fondo, comprendere i propri valori, i propri desideri, i propri sogni, conoscere qual è la nostra natura, qual è la nostra personalità ciò che ci piace e che non ci piace, dove vogliamo andare e soprattutto ciò che è molto importante per noi e, agire di conseguenza, come se quelle cose fossero importanti, impedendo a chiunque non le ritenga rilevanti di intromettersi nella nostra vita.

Angelina Ginevra, 13 anni, ginevra.angelina@icfusinato.gov.it

Una speranza per Amatrice

Terminata l’esperienza “fisica” della mostra “Una speranza per Amatrice” (che ha permesso di raccogliere in sole 3 ore ben 712 euro in favore degli abitanti di Amatrice), dato il buon esito dell’evento, si è deciso di rendere quest’ultimo “virtuale”, pubblicando in questa sede tutti i materiali realizzati per l’occasione dalla classe 3F dell’ICS Schio 2 – S.S. di 1° grado “A. Fusinato”. Tale scelta si fonda su due aspetti: mantenere, in primo luogo, una traccia dell’impegno profuso dai realizzatori; ricordare, in secondo luogo, ai lettori di questo sito che, a poche centinaia di chilometri da noi, qualcuno ha ancora bisogno dell’aiuto dei propri connazionali.

L'articolo pubblicato sul Giornale di Vicenza
L’articolo pubblicato sul Giornale di Vicenza

La mostra, pubblicizzata anche grazie ad un articolo pubblicato sul Giornale di Vicenza, dopo una brevissima parte introduttiva nell’atrio della scuola, si divideva in tre settori:

Continua la lettura di Una speranza per Amatrice

Un poster contro il bullismo

Come attività scelta per lo svolgimento di una u.d.a. integrata (che coinvolge, intrecciandole tra di loro, più discipline: in questo caso italiano, inglese, tedesco e arte), gli alunni di 3F si sono cimentati nella realizzazione di un poster contro il bullismo. Grazie a questi elaborati, gli studenti hanno cercato di veicolare un messaggio contro questo problema tipico dell’età adolescenziale, cercando di portare alla luce le regole base del vivere insieme: rispetto, ascolto, condivisione… pubblichiamo in questa sede virtuale il risultato di questa fatica, per condividere con tutti i contenuti “scoperti” dai ragazzi.

 

 

 

IO, LUCIA SCOPRO COSA SIGNIFICA VIVERE IN UN PAESE CHE NON DA SPERANZA

INTERVISTA A MARY

Questa è l’intervista che ho fatto in preparazione agli esami.                     Ho intervistato Mary che è una ragazza che è stata aiutata dalla cooperativa Belfiore dove lavora mia mamma. In questa cooperativa vivono anche altre ragazze o ragazzi, alcune di esse hanno avuto un bambino da pochi giorni, mentre una mamma ha fatto il viaggio in barcone con suo figlio che ora ha 4 anni.

È stato molto emozionante intervistarla perché raccontava realtà che pensavo molto lontane da me… buona lettura!

  1. Come si chiama? Mary
  2. Quanti anni ha? 23
  3. Da quale paese viene? Nigeria
  4. Per quali motivi è emigrata dal suo Paese? Ero orfana e la mia matrigna mi disse di andare in Libia perché li avrei trovato lavoro.
  5. Perché ha scelto di venire in Italia? Non avevo scelto io, mi trovo qui e mi va bene.
  6. Si è spostata dal suo Paese da sola o in compagnia di amici/famigliari? Sono andata in Libia da un’amica di mia madre credendo di trovare un lavoro, ma quello che dovevo fare era prostituirmi e io non volevo farlo. Per fortuna ho trovato un ragazzo che mi ha aiutata e mi ha convinta a prendere il barcone.
  7. Da quanto tempo si trova in Italia? Quasi un anno.
  8. Quale attività svolge? Lavoro nella cooperativa Belfiore, faccio dei laboratori in cui imparo a fare qualche mestiere e faccio un corso di italiano.
  9. Dove alloggia? Da sola o con altre persone? E’ stata assistita e aiutata a trovare un alloggio, una sistemazione? Vivo a Schio con altre ragazze dalla Nigeria. La sistemazione l’ho trovata grazie ai punti di smistamento
  10. Ha trovato in Italia ciò che si aspettava quando è partita dal suo Paese? Non avevo aspettative perché in Nigeria non avevo amici e familiari, perciò l’unica aspettativa era di trovare un tetto dove vivere, del cibo e degli amici.
  11. Ha rimpianti? Ha nostalgia del suo Paese? Non ho ne rimpianti ne nostalgia.
  12. Quali sono stati o quali sono i problemi maggiori che ha dovuto o deve affrontare? Non ho trovato problemi.
  13. Che tipo di rapporto ha stabilito con la gente del posto ( quartiere/paese)? Vado in chiesa a Vicenza e trovo gente del posto e della Nigeria o dall’Africa in generale e perciò inizio a legare.
  14. E’ stata vittima di qualche episodio di intolleranza? Quali, secondo lei, le cause? Quali le sue reazioni? No qui in Italia, ma in Nigeria sì.
  15. Secondo lei, quali potrebbero essere gli interventi dello Stato italiano per migliorare le condizioni di vita degli immigrati? In Nigeria non avevo soldi e/o cibo, perciò lo Stato italiano mi sta trattando più dignitosamente rispetto alla Nigeria e all’Africa.

IL VIAGGIO IN BARCONE:

Non51f12a946eae7529a6d6d204f2904666_orig ero consapevole di che cosa volesse dire prendere il barcone e non sapevo dove ero diretta. Ero spaventata ma fortunatamente sono riuscita ad attraversare il mare e ad arrivare incolume  in Italia grazie anche al fatto  che solitamente i soccorritori danno priorità a donne e bambini!

Il barcone, generalmente, è diviso in settori quelli più alti sono quelli più vivibili ed è per profughi che hanno già pagato il viaggio o che hanno accordi particolari con chi lo organizza; il peggiore è il settore più basso, dove i profughi sono stipati l’uno all’altro. Molti non riescono a sopravvivere e chi invece resiste si trova a condividere lo spazio con cadaveri e/o persone ammalate. Molti profughi infatti si ammalano di tubercolosi o nel migliore dei casi prendono la scabbia, durante il viaggio può succedere che donne partoriscono ma solo poche riescono a portare in salvo anche i loro piccoli.

Una volta arrivata sono riuscita a ricevere assistenza, poi sono stata presa in carico insieme a molte altre persone dalla prefettura di Vicenza e da lì sono stata trasferita e accolta in una cooperativa di Schio. Ora vivo in un appartamento con altre richiedenti asilo e aspetto l’esito dell’udienza per la richiesta del permesso di soggiorno definitivo. Se l’esito è positivo potrò risiedere in Italia, avrò la possibilità di cercami un lavoro e costruirmi una

nuova vita per un minimo di sei mesi ad un massimo di 5anni (rinnovabili) al contrario dovrò ritornare in Nigeria… dove il futuro è molto incerto!

 

LUCIA BUSON

ANNI 13