Martedì 14 novembre la professoressa Rossi ha sostenuto a noi, classe terza, un discorso a base del rispetto verso noi stessi e quello altrui.
Riflettendo sui vari punti del discorso ho capito che il rispetto per gli altri è la base fondamentale per convivere civilmente in una società; fin dall’antichità l’essere umano si deve confrontare con una comunità di altre persone: questo comporta regole e limitazioni ben precise. Se tutti si comportassero come se fossero le uniche persone sulla terra e dovessero occuparsi solo di loro stessi senza dar conto a nessun altro la società andrebbe verso la rovina totale.
È palese secondo me che un’educazione alla convivenza deve avvenire soprattutto fra i giovani, ma con il passare delle generazioni, i ragazzi sembrano peggiorati, un esempio lampante: l’aumento di fenomeni di bullismo fin dalle scuole elementari o anche l’abbassamento dell’età media dei ragazzi in riformatorio. Secondo me, se i ragazzi di oggi si comportano in questo modo è colpa soprattutto dell’educazione che essi hanno ricevuto nel corso degli anni: se i genitori sono stati troppo permissivi o, al contrario, troppo oppressivi il ragazzo è cresciuto nel primo caso con la convinzione che tutto gli sia dovuto e che ha il diritto di fare quello che vuole, mentre nel secondo caso con una voglia incredibile di ribellarsi.
Ma non sono solo questi i casi, per esempio anche nella vita di tutti i giorni si vedono piccole infrazioni alle regole della comunità: buttare una cartaccia per terra, salire su un pullman di linea senza biglietto o ancora scaricare musica illegalmente. Però siamo ormai arrivati alla condizione in cui non ci rendiamo nemmeno più conto dell’illegalità, o più semplicemente della gravità delle nostre azioni.
Per educare i figli in modo appropriato è necessario far loro capire l’importanza di frequentare la scuola, ma non basta, se non sono i genitori stessi a dare per primi il buon esempio per far sì che i loro figli si rendano conto che sono dei veri e propri “cittadini del mondo”.
Ripensando alle parole della professoressa ho compreso che il rispetto di se stessi è l’elemento più importante in assoluto, perché quando si ha rispetto di se stessi quello che gli altri pensano di noi diventa irrilevante. Non mi riferisco alle critiche positive e costruttive perché queste sono davvero rare. La maggior parte delle critiche che riceviamo sono critiche fatte per buttarci giù, critiche nate dalla frustrazione di chi non ha avuto magari il coraggio di inseguire i propri sogni o il più delle volte da coloro che non riescono a pensare così in grande come noi e che si sentono talmente piccoli che il nostro coraggio li infastidisce.
Riuscire a distaccarsi dalla critica degli altri è assolutamente indispensabile e il rispetto di se stessi è la chiave.
Il più delle volte sappiamo cosa significa “rispettare gli altri”, ma non sappiamo cosa significa “rispettare noi stessi” o ancora peggio, cercando sempre di rispettare gli altri dimentichiamo di rispettare la nostra persona e la cosa più importante è che nessuno ti rispetterà se non sei tu per primo ad avere rispetto di te stesso.
Avere rispetto di se stessi, secondo me, significa conoscerci a fondo, comprendere i propri valori, i propri desideri, i propri sogni, conoscere qual è la nostra natura, qual è la nostra personalità ciò che ci piace e che non ci piace, dove vogliamo andare e soprattutto ciò che è molto importante per noi e, agire di conseguenza, come se quelle cose fossero importanti, impedendo a chiunque non le ritenga rilevanti di intromettersi nella nostra vita.
Angelina Ginevra, 13 anni, ginevra.angelina@icfusinato.gov.it