La Fusinato ricorda con i ragazzi del passato, nel presente, verso il futuro…

“La Fusinato ricorda…” è un concerto dove, noi ragazzi, attraverso canti, letture e descrizioni abbiamo ricordato e rivissuto la Grande Guerra. Come ci hanno fatto presente i lettori, bisogna ricordare e riflettere sugli errori per non commetterli nuovamente.

Io facendo parte dell’orchestra, di prove e concerti ne ho fatti parecchi. Ma questo non cambia le cose: lo spettacolo-concerto tenutosi alla palestra Lanzi venerdì 20 Maggio aveva qualcosa di diverso, speciale, più emozionante del solito. La commozione sincera che emergeva dai pori di noi musicisti è indescrivibile.

La Fusinato ricorda tutte le vittime della Grande Guerra, i dolori e i supplizi che i soldati vivevano in trincea…

La Fusinato ricorda tutti i feriti senza speranza, senza la voglia di reagire e riuscire a tornare a casa, perché ad aspettarli non c’era nessuno…

La Fusinato ricorda tutti i volontari che si sono resi disponibili e che sono stati fondamentali per la vittoria e la liberazione dell’Italia. ..

La Fusinato ricorda i soldati, normalissimi uomini diventati eroi che scrivevano alle proprie mamme brevi lettere, nella speranza di tornare a casa presto e poter raccontare tutto di persona…

La Fusinato ricorda tutto l’orrore, tutto il sangue, tutte le lacrime versate…

La Fusinato ricorda per non dimenticare!

Non è facile attraverso una melodia, quindi senza l’uso di parole, arrivare al cuore della gente, ma quando ti accorgi che migliaia di persone si guardano, si alzarono in piedi applaudendo e magari si commuovono…be’ hai proprio centrato l’obiettivo. A quel punto la stanchezza, il caldo e il sonno vengono sovrastati dall’assurda soddisfazione di ciò che si è apparentemente concluso. Ma i sentimenti che abbiamo provato dentro di noi faranno in modo che il concerto non sia stato inutile, ma che tenga nella memoria di ognuno un ricordo diverso dagli altri. Un ricordo singolare, unico ed esclusivo.

È vero, noi eravamo diversi, ma anche l’atmosfera che ci circondava era abbastanza diversa, era alquanto dispersa; il che può sembrare una cosa svantaggiosa, però dava l’idea di essere sotto il monte e sentire gli alpini, avviati verso il fronte, che cantavano questi tristi brani. Inoltre l’arrangiamento del professor Costa ti accompagnava in un sogno, come se volesse riportarti con l’immaginazione al 1915, quando l’Italia entrò in guerra, e da li ti facesse ascoltare il malinconico canto di alpini sofferenti.

I ragazzi che costituivano il coro erano tutti vestiti di azzurro: rappresentavano il cielo. I lettori erano divisi in strisce uguali bianche, rosse e verdi: rappresentavano la bandiera dell’Italia. Noi dell’orchestra, invece, con le nostre maglie color petrolio scuro, non rappresentavamo nulla di specifico. Quindi io ho immaginato che fossimo una bomba, una di belle che arrivano senza preavviso e portano scompiglio. Questa volta noi eravamo una bomba di entusiasmo, pronti a trasmettere ogni particolare della Grande Guerra.

Tra di noi c’erano i ragazzi del passato per ricordare, quelli nel presente per rivivere e quelli verso il futuro per non ripetere. La Fusinato ha organizzato questo evento, anzi l’evento per eccellenza dell’anno 2015-2016 per, non dimenticare… e se quello era lo scopo è stato raggiunto al 100%.

Si ringraziano le professoresse Battocchio e Zordan per aver preparato il coro, la professoressa Rossi e il professor Zaffonato per essersi occupati dei lettori, i professori Crivelletto, Marasca e Zanatto per aver preparato l’orchestra e un riconoscimento particolare al professor Costa per aver preparato i pianisti e aver arrangiato i brani eseguiti.

Simonato Martina

“NON HO PAURA DELLA PAROLA DEI VIOLENTI, MA DEL SILENZIO DEGLI ONESTI”. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre più forte, con cittadini sempre meno liberi.

Una domanda che ci facciamo sempre è questa: come facciamo a sciogliere questo nodo che ostacola da anni la vita di tutti noi? Ebbene, oggi siamo qui per cercare di scoprire come, secondo noi, si può sconfiggere la mafia.

Per partire vorremmo ricordarvi due grandissimi uomini che lottarono contro la Mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sono stati davvero degli eroi che hanno dimostrato, dopo tanti anni in cui la gente sottostava agli ordini dei mafiosi, di non aver alcun timore nei loro confronti; loro ci hanno portati verso quello che, ci auguriamo, sarà il distacco del rapporto fra cittadini e mafiosi e verso la speranza che un giorno, magari lontano, questi ultimi si pentano per tutti quei morti, non aventi nessuna colpa, che non potranno più aprire occhio. Noi sappiamo che ci guardano dall’ alto e sperano che il sacrificio da loro compiuto rimanga sempre in ogni cuore.

Speriamo che la presentazione di questo articolo possa coinvolgervi, facendovi rimuginare sugli errori compiuti in passato, trovando la soluzione (o quasi) a questo problema, che al giorno d’oggi sembra risolto, ma che in verità, come una piovra, prende sempre più potere passando inosservata agli occhi dei giornalisti, ma anche nostri.

Per i genitori: anche se è un argomento che ci demoralizza, i genitori hanno l’obbligo di parlarne ai figli, istruendoli a lottare per sciogliere questo nodo, facendo sì che i ragazzi possano vivere in un mondo migliore.

Per i ragazzi: non dobbiamo lasciarci attrarre da personaggi incivili, ma seguire le regole in qualunque posto siamo, apprendere gli insegnamenti che ci vengono dati a scuola e dai genitori, e disprezzare chi infrange le regole e mette in pericolo la vita di tutte le persone.

 

Diamo forza al nostro impegno: partecipazione attiva per lottare contro le mafie.

 

Per non morire di mafia:-Io parlo.

Queste parole, pronunciate da Pietro Grasso, ex procuratore nazionale antimafia, ora Presidente del Senato della Repubblica Italiana, sono ricche di significato e sanno trasmettere un messaggio limpido e chiaro, quello della comunicazione e della legalità.

Oggi parliamo di “mafia” e il pensiero è certamente rivolto a degli “angeli” che ci hanno donato la loro vita per una nazione più libera e più legale. Riporto il pensiero della professoressa Maria Pia Ciani, la quale durante l’apertura di un incontro con dei giovani studenti ha così affermato: “Educare alla legalità è educare alla bellezza.”

Vogliamo mettere in pratica l’insegnamento di un altro grande magistrato, Paolo Borsellino:- La vera lotta per la libertà è un movimento culturale e morale”.Continuando, poi, così si è espressa: “Possono uccidere gli uomini, ma non le loro idee e vedere tanti ragazzi, oggi, lo dimostra. Stiamo andando nelle scuole per parlare di legalità con quella che Papa Francesco chiama la “primavera della società”.

 

Correva il mese di maggio del 1992, quando Giovanni Falcone fu nominato Direttore della Procura nazionale antimafia. Borsellino, che era rimasto in Sicilia, esultava, come pure Grasso. La loro comune azione poteva riprendere con rinnovato vigore. Qualche tempo prima, nel corso di un’intervista, Falcone aveva dichiarato: «Si muore generalmente

 

perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere».

Il 23 maggio 1992, all’aeroporto di Palermo, Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo scendono dall’aereo proveniente da Roma; li aspettano le tre auto di scorta. La Croma marrone apre il corteo: a bordo tre agenti di polizia, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro; al centro la Croma bianca, Falcone dice all’autista di passare nel sedile dietro, e si mette alla guida a fianco della moglie; chiude il corteo una Croma azzurra con altri tre agenti della scorta.

Dopo pochi chilometri d’autostrada, nei pressi di Capaci, un uomo che poi si scoprirà essere Giovanni Brusca, detto “scannacristiani” per le oltre 150 persone da lui uccise, azionò il timer collegato a 500 chili di tritolo posizionati sotto un canalone. Un boato spaventoso aprì una voragine sulla strada: morirono i tre agenti sulla prima auto, il giudice e la moglie.

Sono passati 57 giorni dalla morte di Falcone. Il 19 luglio 1992 Paolo Borsellino, dopo aver trascorso una giornata al mare, rientra a Palermo per andare a trovare l’anziana madre in via d’Amelio. Con lui gli agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.

Il giudice scende per citofonare alla madre, cinque agenti si posizionano intorno a fargli da scudo, un sesto agente (Antonio Vullo) si allontana in retromarcia per parcheggiare una delle due auto. Dall’alto del Monte Pellegrino, che sovrasta la città, parte il comando a distanza che fa esplodere una Fiat 126 imbottita di tritolo: una fiammata, un cratere. Muoiono tutti, eccetto Vullo. I due “eroi” hanno pagato con la vita il loro impegno contro la mafia. Hanno istituto il maxi processo sapendo che i mafiosi prima o poi si sarebbero vendicati.

 

 

Pietro Grasso, in un incontro con delle scolaresche vicentine, ricordò con affetto i due amici magistrati, esternando alla platea che entrambi sapevano di morire, ma lo hanno fatto con dignità per donare a tutti noi un’Italia migliore. In quell’occasione, egli era il Direttore della Procura nazionale antimafia, così affermava: “Dobbiamo fare in modo che i vostri cervelli rimangano nella nostra terra: non nella terra dei fuochi, ma nella terra delle gioie“.

Il racconto e l’invito a tutti noi giovani è stato importante; infatti, egli ha raccontato dal vivo come operavano assieme per le indagini. Toccante è stato quando ha parlato e mostrato un effetto personale di Falcone, l’accendino regalatogli prima della partenza per Roma. Vedere l’oggetto nelle mani e sapere dalla viva voce del magistrato che Falcone era conscio del pericolo che correva, ha trasmesso a noi giovani la forza e la voglia di parlare e di non essere succubi della organizzazione mafiosa.

Sono passati quasi 4 anni da quell’incontro, però il ricordo è ancora vivo nella persona che ho conosciuto e che mi ha raccontato l’energia trasmessa dal magistrato. Sono persone come noi, che vestono divise diverse, che sono in prima linea per debellare la mafia a tutti i livelli, ma tutti hanno una cosa in comune: la legalità attiva e pura per garantire un futuro migliore alle generazioni.

Gli uomini della scorta sono gli angeli custodi dei magistrati in pericolo, anch’essi sanno quanto è importante proteggere il loro “uomo”. Sanno che la loro vita è legata alla persona “protetta”, sanno che in qualsiasi momento potrebbe succedere l’imprevisto, eppure sono sempre al suo fianco ed orgogliosi di essere loro a protezione della persona.

Questo pensiero è sicuramente importante per noi giovani; dobbiamo riuscire a sconfiggere le tendenze mafiose che si radicano anche nei

nostri territori e con l’arma della legalità e soprattutto della partecipazione attiva possiamo dare alla nostra nazione un futuro migliore, di gioia e sicurezza globale.

I magistrati ricercano nella fitta rete dell’omertà gli indizi altrui al fine di costruire un giusto processo per un’equa pena.

Lottare per vivere non vuol dire sottostare alla mafia; denunciare una minaccia è un primo passo verso un miglioramento. Rispondere ad una minaccia obbedendo serve solo a convincere i mafiosi che il loro intento è stato raggiunto e che il loro potere coercitivo si è concretizzato. Essi governano tutti coloro succubi dei loro ordini e che ossequiano ogni loro imposizione.

Mi ritengo fortunata per aver conosciuto persone, queste persone che mi hanno trasmesso le loro esperienze di vita e di sacrificio.

Essi spiegano a tutti noi che la mafia esiste e per debellarla bisogna parlarne, discutere, reagire. Il silenzio è l’ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza.

I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre più forte, con cittadini sempre meno liberi.

 

Grazie per aver letto questo articolo, speriamo abbia lasciato un segno indelebile e che cercherete anche voi, come noi ragazzi, la strada per distruggere questa cellula negativa che, se vivrà ancora a lungo, potrebbe causare danni ancora più grandi di quelli che ha causato in questi anni. Assicuratevi inoltre che in ogni scuola ci sia una istruzione contro la mafia, altrimenti anche le generazioni successive verranno attaccate da questo virus, in altri complotti contro l’umanità.

Simonato Martina e Zocca Arianna

presentazione del fusinandonline

È rinato, in versione moderna e rivisitata, il giornale dell’Istituto “Fusinandoline”.

La proposta, lanciata agli studenti durante le attività del progetto Week4us, è stata accolta con interesse e curiosità dai ragazzi e ci si propone di farla diventare strumento di comunicazione permanente.

Nel percorso educativo e didattico che il nostro Istituto si propone, questa attività è l’occasione per i ragazzi di mettere in atto conoscenze acquisite, abilità e propensioni personali. In questo, che diventa compito di realtà, hanno l’opportunità di mettersi in gioco, di provare, di scoprire e riconoscere in se stessi competenze spendibili anche in altre circostanze.

È una occasione per i ragazzi di gestire uno strumento rappresentativo che permetta di condividere i momenti significativi di scuola, di capire l’importanza della comunicazione come diffusione libera del proprio pensiero dentro e fuori le pareti scolastiche.

L’attività offre tutti i vantaggi di una esperienza di realtà perché i ragazzi percepiscono di essere i diretti responsabili della qualità e del valore di ciò che pubblicano.

Dal senso di responsabilità, poi, nasce anche lo spirito di collaborazione, teso a raggiungere, al meglio, un obiettivo;  alimenta lo spirito di squadra  in cui si impara a condividere e confrontare idee, fare proposte, valutare. Tutto questo si realizza in un ambiente che favorisce il dialogo e il proporre  libero del il proprio pensiero agli altri.

Infine la realizzazione del “Fusinandonline” è un’iniziativa che mira a coniugare vita vissuta, parola scritta, immagini, saperi e consente aperture verso l’attualità e la lettura del mondo contemporaneo, permette di realizzare un obiettivo davvero ambizioso: insegnare a leggere la realtà e contemporaneamente diventarne protagonisti.

I ragazzi hanno, inoltre dato valore formale alla loro attività elaborando uno Statuto che è stato approvato e sotto-firmato anche dal dirigente scolastico.

Ad integrazione allo statuto vi è un documento concernente la gestione degli incari, che fa riferimento a regole chiare e precise sui criteri per l’inserimento degli articoli e stabilisce indicazioni tecniche per la presentazione degli stessi.

La redazione dell’anno scolastico 2015-2016 è composta da:

1°A Turcato Serena

2°A Gelmetti Lisa

3°A Manzini Siria

1°B Fabrello Sofia

2°B Froncolati Giulia

3°B Grotto Debora

2°C Ghirca Nicol

3°C Meneghetti Lisa

1°D Incubi Gaia

2°D Simonato Martina

2°D Katarina Gocevski

3°D Paganotto Emma

1°E Apolloni Ginevra

2°E Della Marina Emma

3°E Lo Presti Davide

2°F Belfiore Jessica

3°F Lanzi Anna

3°E Cristoguge Fernando Michael Loren

I ragazzi raccontano la loro esperienza

 Questa esperienza mi è molto piaciuta perché mi ha permesso di applicare le mie conoscenze personali, acquisite nei vari anni scolastici, per un progetto molto interessante che secondo me è di fondamentale importanza per la vita della nostra scuola. Spero che questo progetto prosegua anche nei prossimi anni.

Anna Lanzi 3^F

 

Penso che fare la reporter sia un esperienza favolosa, mi è piaciuta molto perché è un modo per condividere le proprie conoscenze personali. Spero che questa attività venga riproposta anche l’anno prossimo.

È davvero una opportunità.

Ginevra Angelina 1^E

 

Questa esperienza è stata magnifica, spero si ripeterà in futuro. La consiglio a tutti gli aspiranti giornalisti, ma non nascondo che richiede impegno e puntualità. Devo ringraziare i miei prof. per l’opportunità datami. Grazie di cuore.

Gessica Belfiore  2^ F

 

Bellissima esperienza sicuramente da ripetere, non credevo di avere questa dote… io la consiglio a tutti perché sono degli incontri preziosi e molto utili per il futuro. Ringrazio la prof. Rossi di avermi dato questa possibilità.

Lisa Meneghetti 3^C

 

Inviati speciali che bella esperienza! Mi ha permesso di conoscere altri ragazzi della scuola, anche più grandi di me, e di confrontarmi con loro. E poi improvvisarsi giornalista è molto stimolante. Un’ attività che richiede impegno e dedizione ma che regala anche molte soddisfazioni. Grazie a tutti.

Gaia Incubi  1^D

 

Anche io professoressa la ringrazio di cuore per questa indimenticabile esperienza. Ho potuto conoscere nuove persone, ma scoprire anche nuove capacità che non pensavo di avere. Ringrazio di nuovo la prof. Per avermi dato questa opportunità. Sarà sicuramente utile per il futuro.

Lisa Gelmetti 2^A

 

Far parte di questa esperienza è stata un avventura incredibile! Mi ha dato la possibilità di confrontare le mie opinioni con altre persone, imparando anche a fare lavoro di squadra! Un lavoro i grande responsabilità fare il reporter, ma il risultato finale compensa l’impegno dimostrato, dando grandi soddisfazioni. Ringrazio moltissimo per avermi dato l’opportunità di appartenere a questo “piccolo grande mondo.”

Nicol Ghirca 2^C

 

Questa esperienza ha dato a noi ragazzi l’opportunità di esprimerci, di fare e ideare le cose con la nostra testa, facendoci capire che la scuola va al di là dello studio, la scuola è fatta anche per imparare a lavorare insieme, per far conoscere il nostro mondo e metterci in gioco esprimendo le nostre idee. Sicuramente far parte della redazione del giornalino mi ha dato questa bellissima opportunità.

Emma Paganotto 3^D

 

La mia prima esperienza come reporter per questo progetto mi ha insegnato a lavorare in gruppo per uno scopo comune, il giornalino della scuola media A. Fusinato. Nella vita avere degli obbiettivi, piccoli, grandi che siano, è molto importante e quando finalmente si raggiungono si prova una profonda soddisfazione. Come una vera squadra abbiamo saputo lavorare mettendo insieme le capacità di ognuno. Ringrazio tutti per avermi accolta sempre con disponibilità, senza mai farmi sentire fuori luogo. Infine ringrazio di cuore.

Sofia Fabrello 1^ B

 

È stata una esperienza magnifica che consiglio a tutti perché ho conosciuto nuove persone e abbiamo imparato ad esprimerci. All’inizio è stato difficile perché poi tutto si è semplificato ed è stato bellissimo. Ringrazio la prof. Per l’aiuto che ci ha dato e tutti i miei prof. Per la disponibilità.

Froncolati Giulia 2^ B

 

Scuola x è stata un’esperienza fantastica, per mettere in gioco le mie capacità e per migliorarmi. Consiglio vivamente a tutti di afferrare un’opportunità come questa, se proposta, perché non se ne trovano spesso.

Grotto Debora 2^ B

 

Per me scuola x è stata un’esperienza bellissima, che consiglio a tutti perché si fanno amicizie nuove, e non è un pomeriggio di scuola normale, perché, anche con la prof.essa Rossi, si può parlare di tutto.

Questa attività, mi ha fatto scoprire il “lato giornalistico” che è in me, e non mi dispiace.

Ringrazio di cuore la prof.essa Rossi e tutti coloro che mi hanno permesso di intraprendere questa esperienza.

Lo Presti Davide 3^E

 

Penso che partecipare  a questa attività sia stato molto utile e che lo sarà in futuro. Non avevo mai fatto la giornalista, e devo dire che è stato molto bello e spero di poter ripetere questa esperienza. Ovviamente, oltre al fatto di scrivere degli articoli, è stato molto bello conoscere gli altri membri delle altre classi  e collaborare con loro. Inoltre è stato un modo per riuscire a capire come si realizza e si manda avanti una redazione. Sembra facile ma in realtà non lo è… inoltre è un modo per prepararci se questa sarà il nostro lavoro per quando saremo più grandi. E’ molto utile  anche perché si sviluppa il lato dell’immaginazione e della fantasia, per realizzare slogan, titoli per gli articoli , scriverli in modo tale da non essere banali e senza parlare di  cose che potrebbero annoiare  i lettori. Ho deciso di partecipare a questa attività soprattutto perché mi piace scrivere e considero questa come un’ opportunità per migliorare . Inoltre un’altra cosa molto bella è la soddisfazione che si prova quando l’articolo è pubblicato e in fondo vedi scritto il tuo nome. A quel punto sei orgoglioso del tuo lavoro e lo sei ancora di più se i lettori apprezzano ciò che si è scritto. Non vedo l’ora di scriverne altri non solo da sola ma anche in gruppo …

Gocevski Katarina 2^B

Pensate che sia la torre Eiffel ?

Pensate che sia la torre Eiffel ?

No, è la torre della collaborazione!foto con emoji

Questa torre Eiffel è stata costruita dagli alunni delle classi prime, durante la Week4us, attraverso il laboratorio di abilità manuale diretto dal prof. Stefani.

Gli alunni hanno lavorato intensamente collaborando assieme in piccoli gruppi per ottenere questo risultato sorprendente.

I ragazzi si sono divisi in piccoli gruppi dove ognuno aveva un compito specifico.

Questa torre Eiffel è un perfetto esempio di collaborazione tra alunni di classi differenti .

           W LA TORRE DELLA COLLABORAZIONE!

Fatto da : SERENA, GAIA, SOFIA, GINEVRA

Chi c’è sotto il casco? Un marziano è atterrato alla Fusinato

Week4us: un marziano è atterrato alla Fusinato

Il 3 febbraio 2016 sono venuti a farci visita cinque vigili del fuoco.

È stato un incontro interessante anche perché abbiamo conosciuto questi fantastici personaggi che un po’, ognuno di noi sogna di diventare da grande.

Con molta pazienza ci hanno spiegato il loro compito, ma, soprattutto, spiegato quali comportamenti tenere per la nostra salute e sicurezza.

In caso di bisogno chiamate il numero 115. In Italia  ci sono 110 comandi,tra cui 8 in Veneto. Sono dislocati sul territorio in condizioni favorevoli in modo da arrivare entro 20 minuti dappertutto, sono sempre presenti.

Ci sono anche vigili del fuoco volontari che prestano servizio di notte o nei fine settimana. Dopo la loro presentazione hanno risposto alle nostre domande che sono state tante.

Ora rispondiamo alla domanda che tutti si saranno posti guardando la foto: chi si nasconde sotto il casco dell’immagini?foto 1

Qui sotto si nasconde  un ’alunno della classe 1 D. Durante la spiegazione dei pompieri Federico ha indossato la tuta.

INTERRELIGIOSITÀ

Ad ottobre siamo andati in gita a Roma e il giorno 28 abbiamo assistito al discorso papale sull’interreligiosità.

Il suo discorso ci ha subito colpiti e, tornati a scuola abbiamo riletto ed analizzato il suo discorso da cui siamo riusciti ad elaborare un pensiero personale.

Basandomi sulle nostre idee emerse durante la nostra discussione in classe, mi è nata l’idea di dare vita agli importanti principi che il Papa Francesco vuole trasmettere, e ho ideato un fumetto che mi è sembrato il modo più diretto e comunicativo per trasmettere un messaggio molto importante: “con la cultura si può sovrastare qualsiasi differenza religiosa e capire che le diversità non sono ostacoli ma opportunità di arricchimento personale”.

A confermare l‘importanza del messaggio dell’interreligiosità ha contribuito l’incontro a scuola con Farhad, un rifugiato politico, scappato dall’Afghanistan.

Farhad ha scelto la libertà al posto della ricchezza esagerata di cui godeva quando viveva nel suo Paese e ha ora nella sua vita ha una missione: diffondere l’idea che la sua religione non è così diversa dalla nostra, anzi.

Questi due incontri sono stati molto importanti: mi hanno fatto ragionare molto sulle “differenze” che mi distinguono dagli altri e ho capito che non sono affatto un problema bensì un bene.

Penso che che alla fine, le religioni siano solo diversi “stili” perchè se ci pensate, alla fine, sono uguali: tutti pregano, tutti vanno in Chiesa o in Moschea e tutti credono a Dio, ad un unico Dio.

Dopo aver ragionato su questo, vorrei poter condividere il mio pensiero con voi, ecco perchè ho creato questo fumetto.

Buona lettura!

PS: Clicca sul link qua sotto per leggere il mio fumetto!

 

PROGETTO INTERRELIGIOSITÀ