Tutti gli articoli di Paola Rossi

Week4us: vivere la scuola in modo diverso

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La week4us  è  una settimana alternativa che si svolge  l’inizio del secondo quadrimestre, e precisamente quest’anno, dal 30 gennaio  al 1 febbraio; ci sono stati , poi, altri 3 giorni,  dal 2 al 4 marzo dedicati allo sport.

In queste occasioni abbiamo svolto  dei laboratori attraverso i  quali abbiamo potuto  fare esperienze nuove che ci hanno aiutato  a  scoprire quali erano le nostre doti .

Durante la settimana alternativa abbiamo avuto occasione  di incontrare dei  professionisti , rappresentanti del mondo del lavoro, del volontariato, le forze dell’ordine, questo ci  è servito per conoscere realtà diverse, capire il lavoro dei adulti e scoprire nuovi modi di vivere.

Il resto della mattinata abbiamo partecipato a diversi laboratori durante i quali abbiamo lavorato  in gruppi di compagni di altre classi.

Tanti sono stati i laboratori, per esempio , uno delle classi prime si intitolava  “ Musica creativa”; ritmo   e suono  sono stati trasformati da semplici strutture grafiche in movimenti coordinati, e poi, con un po’ di fantasia e creatività, sono diventati  ritmi e suoni.

Un ‘altro laboratorio, al quale  hanno partecipato le classi prime, è stato “Giochi matematici” durante il quale  i ragazzi gareggiavano con  i numeri, affrontando sfide logiche.

Le classi seconde hanno partecipato al laboratorio “Scultura in gesso” ed hanno realizzato a partire dalla polvere di scagliola piccole sculture in gesso, incidendo, modellando e scalfendo la sua candida superficie.

Il teatro è stata un’occasione per esprimerci con  semplici  giochi teatrali abbiamo imparato a conoscerci e a sorprenderci.

Le terze   hanno affrontato una materia che studieranno poi alle superiori: la  fisica. A  partire dall’osservazione diretta, hanno  formulato  ipotesi che hanno, poi, verificato seguendo e rispettando le regole del metodo scientifico.

Sempre le classi terze hanno imparato un’altra lingua “Il latino ” scoprendo l’origine antica i molte delle nostre parole

Ovviamente i laboratori cambiano ogni anno.

Noi ci siamo divertiti moltissimo e sicuramente è una esperienza che ci resterà come una esperienza costruttiva e una modalità di affrontare situazioni inconsuete e nuove.

AMINA RABEH ANNI 13

SELMA MIFTAROSKA ANNI 13

DAJANA ZARIC ANNI 12

IO, LUCIA SCOPRO COSA SIGNIFICA VIVERE IN UN PAESE CHE NON DA SPERANZA

INTERVISTA A MARY

Questa è l’intervista che ho fatto in preparazione agli esami.                     Ho intervistato Mary che è una ragazza che è stata aiutata dalla cooperativa Belfiore dove lavora mia mamma. In questa cooperativa vivono anche altre ragazze o ragazzi, alcune di esse hanno avuto un bambino da pochi giorni, mentre una mamma ha fatto il viaggio in barcone con suo figlio che ora ha 4 anni.

È stato molto emozionante intervistarla perché raccontava realtà che pensavo molto lontane da me… buona lettura!

  1. Come si chiama? Mary
  2. Quanti anni ha? 23
  3. Da quale paese viene? Nigeria
  4. Per quali motivi è emigrata dal suo Paese? Ero orfana e la mia matrigna mi disse di andare in Libia perché li avrei trovato lavoro.
  5. Perché ha scelto di venire in Italia? Non avevo scelto io, mi trovo qui e mi va bene.
  6. Si è spostata dal suo Paese da sola o in compagnia di amici/famigliari? Sono andata in Libia da un’amica di mia madre credendo di trovare un lavoro, ma quello che dovevo fare era prostituirmi e io non volevo farlo. Per fortuna ho trovato un ragazzo che mi ha aiutata e mi ha convinta a prendere il barcone.
  7. Da quanto tempo si trova in Italia? Quasi un anno.
  8. Quale attività svolge? Lavoro nella cooperativa Belfiore, faccio dei laboratori in cui imparo a fare qualche mestiere e faccio un corso di italiano.
  9. Dove alloggia? Da sola o con altre persone? E’ stata assistita e aiutata a trovare un alloggio, una sistemazione? Vivo a Schio con altre ragazze dalla Nigeria. La sistemazione l’ho trovata grazie ai punti di smistamento
  10. Ha trovato in Italia ciò che si aspettava quando è partita dal suo Paese? Non avevo aspettative perché in Nigeria non avevo amici e familiari, perciò l’unica aspettativa era di trovare un tetto dove vivere, del cibo e degli amici.
  11. Ha rimpianti? Ha nostalgia del suo Paese? Non ho ne rimpianti ne nostalgia.
  12. Quali sono stati o quali sono i problemi maggiori che ha dovuto o deve affrontare? Non ho trovato problemi.
  13. Che tipo di rapporto ha stabilito con la gente del posto ( quartiere/paese)? Vado in chiesa a Vicenza e trovo gente del posto e della Nigeria o dall’Africa in generale e perciò inizio a legare.
  14. E’ stata vittima di qualche episodio di intolleranza? Quali, secondo lei, le cause? Quali le sue reazioni? No qui in Italia, ma in Nigeria sì.
  15. Secondo lei, quali potrebbero essere gli interventi dello Stato italiano per migliorare le condizioni di vita degli immigrati? In Nigeria non avevo soldi e/o cibo, perciò lo Stato italiano mi sta trattando più dignitosamente rispetto alla Nigeria e all’Africa.

IL VIAGGIO IN BARCONE:

Non51f12a946eae7529a6d6d204f2904666_orig ero consapevole di che cosa volesse dire prendere il barcone e non sapevo dove ero diretta. Ero spaventata ma fortunatamente sono riuscita ad attraversare il mare e ad arrivare incolume  in Italia grazie anche al fatto  che solitamente i soccorritori danno priorità a donne e bambini!

Il barcone, generalmente, è diviso in settori quelli più alti sono quelli più vivibili ed è per profughi che hanno già pagato il viaggio o che hanno accordi particolari con chi lo organizza; il peggiore è il settore più basso, dove i profughi sono stipati l’uno all’altro. Molti non riescono a sopravvivere e chi invece resiste si trova a condividere lo spazio con cadaveri e/o persone ammalate. Molti profughi infatti si ammalano di tubercolosi o nel migliore dei casi prendono la scabbia, durante il viaggio può succedere che donne partoriscono ma solo poche riescono a portare in salvo anche i loro piccoli.

Una volta arrivata sono riuscita a ricevere assistenza, poi sono stata presa in carico insieme a molte altre persone dalla prefettura di Vicenza e da lì sono stata trasferita e accolta in una cooperativa di Schio. Ora vivo in un appartamento con altre richiedenti asilo e aspetto l’esito dell’udienza per la richiesta del permesso di soggiorno definitivo. Se l’esito è positivo potrò risiedere in Italia, avrò la possibilità di cercami un lavoro e costruirmi una

nuova vita per un minimo di sei mesi ad un massimo di 5anni (rinnovabili) al contrario dovrò ritornare in Nigeria… dove il futuro è molto incerto!

 

LUCIA BUSON

ANNI 13

Il Consiglio comunale dei ragazzi partecipa al ricordo della Liberazione

Il giorno 25 aprile 2017 noi ragazzi del Consiglio Comunale di Schio ci siamo incontrati per ricordare Il giorno della liberazione.
La cerimonia si è svolta nel Sacrario militare di Santissima Trinità. Abbiamo sfilato assieme al preside, agli alpini e al sindaco di Schio e a molte altre associazioni tutte riunite per ricordare questo giorno importante della nostra storia.
Questa importantissima festa serve per ricordare chi è venuto prima di noi e si è sacrificato per combattere e sconfiggere il fascismo e liberare l’Italia.
I discorsi pronunciati sono stati tanti e da tante persone fra cui il sindaco dei ragazzi di San Vito, il rappresentante nazionale dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) e il sindaco di Schio e di San Vito.
Tutti questi discorsi ci hanno insegnato che dobbiamo rispettare e onorare la memoria di chi ci ha preceduto.img_20170425_095520
NICCOLÒ NAVONE (12 ANNI)

LA NOSTRA ESPERIENZA AL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI

LA NOSTRA ESPERIENZA
AL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI

Ecco una spiegazione su cosè il C.C.R. da parte dei nostri ragazzi:
Lo scopo del CCR è quello di far conoscere ai ragazzi meglio il mondo della democrazia, creare la “politica dei ragazzi”.
Questa deve essere una occasione per noi di capire il valore della condivisione; capire che condividere esigenze, imprese, sogni,obiettivi vuol dire costruire, in un clima di pace il proprio futuro. Insieme, cominciando dalla nostra piccola realtà, ragionando e producendo delle idee per migliorare la nostra Schio giungeremo a capire che siamo noi ragazzi i responsabili dell’Italia futura
Il C.C.R. è composto da alunni eletti dai compagni delle 3 scuole medie di Schio: Tessitore, Battistella e Fusinato.
Ci incontriamo ogni 3 settimane dalle 15:30 alle 18:00 presso la sala consigliare del Comunale di Schio.
La prima volta che ci siamo incontrati abbiamo fatto dei giochi per conoscerci dato che eravamo di scuole differenti: giocare insieme è stata il modo per creare e infondere lo spirito di squadra per abbattere ogni diffidenza e avere fiducia gli uni negli altri.
La seconda volta abbiamo fatto un gioco diverso, ci è servito per imparare l’importanza di credere e quindi difendere e portare avanti le nostre idee; questo non significa imporle agli altri, ma cercare sempre un accordo con le idee degli altri perché il rispetto è fondamentale per il vivere democratico e lo scambio è arricchimento personale.
La terza volta, abbiamo incontrato alcuni assessori del Comune di Schio (Sergio Rossi: responsabile dell’area Urbanistica – Lavori Pubblici – Edilizia Privata; Cristina Marigo: responsabile dell’area Sociale – Politiche della Famiglia – Città dei Bambini e Aldo Munarini: che si dedica al Servizio Politiche per lo Sport.
All’iniziativa eravamo molto interessati, così abbiamo deciso di metterci in gioco e provare questa nuova esperienza assieme. Sicuramente con il supporto di tante altre persone che hanno molta esperienza, lavoreremo per rendere Schio un posto migliore, che risponda anche alle esigenze degli adolescenti.
Ci è piaciuto molto intervistare gli assessori e i collaboratori del Comune di Schio e fare un gioco “sul dibattito” per imparare a prendere una decisione.
Nei prossimi incontri conosceremo meglio cosa accade in un vero consiglio comunale.
A settembre ci saranno delle nuove elezioni con le quali si elegerà il sindaco dei ragazzi e la giunta
sono orgoglioso perchè sono stato eletto di miei compagni, perchè posso fare una nuova esperienza con a quale mi posso confrontare e mettere in gioco.
ALESSANDRO (11 ANNI)
ERIKA (12 ANNI)
LINDA(11 ANNI)
NICOLO’ (11 ANNI)

Dal canestro alla famiglia: ISABELLE YACOUBOU

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Durante la week4sport tenutasi nei primi giorni di marzo, sono venuti molti esperti tra cui la giocatrice professionista di pallacanestro Isabelle Yacoubou con il suo manager e il presidente del Coni di Vicenza.

La ragazza nasce in Africa in una famiglia con ridotte possibilità economiche, per seguire il sogno del basket, si trasferisce in Francia e lì rimane fino al 2010. Una volta giunta in Italia comincia a giocare per il Famila basket di Schio e viene nominata campionessa italiana nel 2011.

Vanta un argento alle olimpiadi di Londra 2012, un oro agli Europei in Lettoni nel 2009, un bronzo in Polonia nel 2011 e due argenti: il primo in Francia nel 2013 e il secondo in Ungheria nel 2015.

Essendo una professionista di fama mondiale ebbe la possibilità di giocare anche in Russia, Spagna e Cina, tornando sempre però in Italia. La giovane Isabel adottò un bambino e durante la sua presentazione ha risaltato il suo impegno di mamma e giocatrice allo stesso tempo. Spesso i figlio fa capolino in palestra, seguendo la madre durante gli allenamenti. Questo dimostra l’importanza della famiglia per Isabelle e la disponibilità dei Dirigenti del Famila Basket.

Questo ha suscitato in noi anche un senso di rispetto e ammirazione nei confronti di una persona così determinata e piena di risorse. Ci ha fatto capire, inoltre che siamo fortunati a stare in Italia perché in altri paesi, anche se presentano altri punti di forza, fanno allenamenti e hanno uno stile di vita molto più rigido. Per esempio, in Cina, l’intera squadra è stata mandata in campi militari per aver contestato la decisine dell’arbitro. Nonostante ciò gli altri paesi sviluppano un profondo interesse per ciò che caratterizza la sua e la nostra vita qui in Italia!

MATILDE 13 ANNI

KATARINA 13 ANNI

MARTINA 13 ANNI

Diversi modi per essere abili…Danceability!

La DanceAbility è una tecnica di danza contemporanea che permette a persone abili e disabili di incontrarsi per danzare insieme. Non è una terapia, ne una “danzaterapia”, ma un espressione artistica e creativa vera e propria.

-IL REGALO DELLA DANCEABILITY E’ IL CONTATTO CON I LIMITI-

Da quello che noi studenti abbiamo visto è che tutti i ballerini si sono fatti trasportare dalla creatività,musica e immaginazione. E’ stata un’esperienza indimenticabile e unica, ci ha insegnato che nessuno anche se ha disabilità deve abbattersi ai limiti che la vita ci presenta;bisogna essere positivi e non abbattersi, quindi anche se cadiamo o sbagliamo dobbiamo essere in grado di rialzarci e continuare. Non bisogna fermarsi all’ aspetto esteriore perché il bello delle persone è dentro di ognuno di noi. Pensare e agire con il cuore ci rende tutti uguali; l’abbiamo capito dalla luce dei loro occhi mentre ballavano.

-MOLTO DIVERTENTE SEMBRA CHE OGNI PERSONALITA’ ESCA LIBERA-

ELENA 11 ANNI

SOFIA 11 ANNI

ALIDA 11 ANNI

ANNA CECILIA 12 ANNI

Eroi di oggi…direttamente dall’Iliade

Il 21 Marzo le classi noi alunni delle classi prime abbiamo assistito alla rappresentazione teatrale “ EROI “

Interpretata da Andrea Pennacchi e accompagnato da due musicisti: uno suonava la fisarmonica, e uno la chitarra.

L’attore ha narrato il matrimonio tra Peleo e Teti, in cui la dea della discordia, Eris, non era stata invitata, e per vendicarsi lancia una mela d’oro con sopra scritto “alla più bella”. Inizia così il litigio fra Era, Atena e Afrodite, e a fare da giudice interviene Paride, un bellissimo principe figlio di Priamo, che valuta le promesse delle dee: Era gli promette la saggezza, Atena la forza, Afrodite l’amore per la donna più bella.

Paride sceglie Afrodite, e successivamente rapirà Elena, la bellissima moglie di Menelao, le altre due dee si arrabbiano e chiedono ai greci di attaccare la sua città:

inizia così la guerra di Troia.

In seguito a questo argomento iniziale, Andrea Pennacchi ha raccontato molti altri episodi, tra cui quello finale: la vendetta da parte di Achille nei confronti dell’amico Patroclo.

Questo racconto è stato molto coinvolgente e interessante, è stato come fare un ripasso, anzi qualcuno di noi, grazie agli attori ha preso sette nell’interrogazione !!!!!!!! Abbiamo ascoltato tutti con interesse e curiosità e l’attore ha narrato con talento ma soprattutto armonia è stato meglio che ascoltare una lezione.

Spero si possa ripetere più avanti un’uscita a teatro come questa, magari la prossima volta sull’Odissea.

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PIETRO 11 ANNI

LINDA 11 ANNI

 

WEEK4US…CHE AVVENTURA!

Anche quest’anno la scuola A. Fusinato ha organizzato una settimana alternativa chiamata week4us.

Diversamente dagli altri anni  quest’anno è stata divisa in due parti: tre giorni a Febbraio e tre a Marzo.

Noi abbiamo fatto quella di Febbraio; ecco le impressioni dei nostri compagni:

GESSICA BELFIORE (3°F) MARTINA MARNGON (2°E) MARTINA SAVIO (1°A)

CHE LABORATORI state frequentando?

-Io di terza ho fatto laboratorio di inglese e laboratorio di latino

– A oi delle seconde hanno proposto molti laboratori tra i quali analisi del giornale e sport

-In prima ci siamo cementati nella scrittura creativa e ad animare la carta

CHE INCONTRI AVETE FATTO?

-Noi delle terze abbiamo fatto un incontro con i ragazzi delle superiori checi hanno arlato della mafia, un incontro con la scrittrice Amani El Nasi, scrittrice del libro “Siria mon amour” , e un incontro con lo scrittore Loris Giuriati che ci ha raccontato un aspetto inconsueta della Prima Guerra mondiale  cioè l’origine di alcuni modo di dire che ancora oggi noi usiamo.

– Le seconde hanno assistito agli incontri con l’associazione LAV protezione animale, Pet Therapy e Clown

Therapy con le loro presentazioni abbiamo capito l’importanza del dono.

-Per le prime è venuto un ex-vigile urbano e un capo della polizia i loro interventi ci hanno data un po’ d serenità perché ora sappiamo che il loro ruolo è prima di tutto difenderci

RIFARESTE I LABORATORI E GLI INCONTRI?

-Si, i laboratori sicuramente e gli incontri delle terze.

-Si, gli incontri e i laboratori mi sono piaciuti e secondo me sono piaciuti anche alle altre classi.

-Si, rifarei tutti i laboratori con molto piacere perché quelli delle prime erano carini.

ALTRE INTERVISTE AD ALTRI RAGAZZI

QUAL E’ STATA LA COSA PIU’ BELLA DI QUESTA SETTIMANA?

-L’incontro con Amani El Nasif.

-Non avere compiti.

Per noi è stata una bella esperienza perché abbiamo visto i professori in una maniera diversa e perché abbiamo affrontato delle attività che ritenevamo noiose, ma che si sono rivelate divertenti e utili. Con la week4us abbiamo  capito che la scuola non è solo libri, compiti, studio e verifiche, ma anche un modo per divertirsi, per stare insieme, per conoscere persone nuove, per capire le nostre doti nascoste, per provare a fare le cose in maniera diversa; abbiamo potuto creare oggetti strani: abbiamo creato il plastico di un castello medievale, origami, maschere del teatro, superfici in rilievo, abbiamo cantato in inglese, danzato con il corpo, organizzate gite in Italia. Noi siamo state giornaliste; abbiamo avuto l’opportunità di intervistare i professori e di accogliere le loro impressioni. E’ stata molto utile e istruttiva.

ALIDA 11 ANNI ELENA 11 ANNI TOLLA 11 ANNIP_20170201_090912

IN VIAGGIO VERSO LA MUSICA

Il 17 febbraio 2017 le classi del indirizzo musicale hanno assistito all’opera dei Montecchi e Capuleti (Romeo e Giulietta) del celebre compositore Bellini. Lo spettacolo è stato molto interessante nonostante sia stato abbastanza lungo. La vicenda parlava della storia d’amore di Romeo e Giulietta, due adolescenti di 14-15 anni che, sebbene la provenienza di due famiglie completamente opposte da sempre in lotta fra loro, erano pazzamente innamorati. Siamo partiti da scuola alle 14.00, e dopo aver mangiato un panino, siamo giunti a destinazione verso le 15.30, dove ci siamo accomodati al Teatro Filarmonico di Verona dove abbiamo assistito allo spettacolo.

La particolare esperienza proposta a noi, è stata motivo di riflessione e crescita comune esercitata in modo alternativo, come è solita proporre la nostra scuola.IMG_3099IMG_3060IMG_3070

NON E’ FORTE COLUI CHE CADE, MA COLUI CHE CADENDO SI RIALZA

Amani, è una ragazza di origine siriana ma che è sempre cresciuta in Italia, a Bassano. Il 24 agosto 2006, quando aveva solo 16 anni, con una scusa, è stata portata in Siria, dove avrebbe dovuto sposare un suo lontano cugino, di 24 anni più grande. Questa ragazza è rimasta nel paese 399 giorni, in cui è stata vittima di aggressioni da parte degli zii, per le sue ribellioni al volere della famiglia e quindi al matrimonio.

Partendo dall’Italia ha lasciato le sue abitudini, le sue amicizie e il suo primo amore ma soprattutto la sa libertà.

l’incontro con lei, ci ha fatto capire che gli ideali italiani non sono corrisposti da alcuni paesi del mondo, dove le donne sono considerate inferiori agli uomini.

Secondo noi, alcune persone dovrebbero avere una mentalità più aperta da questo punto di vista, permettendo di avere gli stessi diritti sia agli esseri maschili che a quelli femminili.

In questo incontro ci siamo immedesimati in Amani, immaginando come avremo potuto reagire se ci fossimo trovati nella sua stessa situazione. Abbiamo mentalmente rinunciato alle nostre abitudini per servire senza fiatare una famiglia sconosciuta in un paese totalmente differente dall’Italia; con abitudini, lingua, religione e cultura incompatibili con il nostro stile di vita; questo ci ha fatto riflettere sulle atrocità che Amani ha dovuto subire per più di un anno e siamo giunti alla conclusione che le libertà di cui godiamo sono privilegi che nessuno ha il diritto di toglierci . Come ha detto – Non ci si rende conto della propria libertà fino a quando non la si perde.-

Durante l’incontro gli alunni delle classi terze hanno posto le loro domande alla giovane scrittrice:

– Com’è finita la tua storia con Andrea? (Marta Veronese, 3C)                                                                                                   Dopo un anno e mezzo dal mio ritorno sono andata a vivere da Andrea. Ci amavamo molto ma lui aveva paura che i miei parenti tornassero a prendermi e mi allontanassero nuovamente lui. Per questo mi confinava in casa togliendomi la libertà che avevo faticosamente riconquistato.

– Com’era il rapporto con tua madre? (Giacomo Comerio, 3D)                                                                                                             Prima che mi portasse in Siria era un rapporto abbastanza normale, non c’era molta confidenza. Non mi ricordo una sola volta in cui le ho detto “Ti voglio bene” come lei non l’ha mai detto a me. Dopo il mio ritorno invece non volevo più saperne della mia famiglia, ne quella in Italia ne quella in Siria, e loro non mi hanno mai cercata e non si sono mai scusati per tutto quello che mi avevano fatto passare. Oggi ho perdonato mia madre soprattutto perché ho capito che aveva affrontato la stessa cosa, sposandosi a 14 anni con un marito che l’ha abbandonata, lasciandola ad occuparsi di sei figli completamente da sola.

– Hai mai pensato di tornare in Siria? (Blu Ballardin, 3D)                                                                                                                 Assolutamente sì! Non sono arrabbiata con la Siria ma con la mia famiglia. Un giorno tornerò lì e porterò mia figlia con me.

– Come hai conosciuto Massimo? (Silvia Bojoga, 3C)                                                                                                                                 Per ironia della sorte me lo ha presentato mia madre. Lavoravo in un bar e una signora che mi aveva cresciuto mi ospitava. Lui mi aiutò a cercare un nuovo impiego e passando molto tempo insieme ci innamorammo. Purtroppo non è finita bene neppure con lui ma tutt’ora abbiamo un ottimo rapporto.

– Qual è stato il tuo ultimo pensiero prima di tentare il suicidio? (Lucia Buson, 3E)

Ho provato rabbia. Tantissima rabbia contro le persone che mi avevano imposto quello stile di vita ottuso. Ho sempre pensato di essere stata una figlia modello: andavo bene a scuola, aiutavo in casa e mi ero anche trovata un lavoro per non pesare sulle spalle di mia madre, mentre lei mi ha pugnalata alle spalle. Dopo il tentativo mi sono chiesta “Ma se l’avessi fatta finita, chi avrebbe vinto?”. Così ho continuato a lottare.

 

 

-Tua madre ti ha mai chiesto scusa? (Prof.ssa Incalza)

No, mai. Sono convinta però che se ne sia pentita, anche non l’ha mai dimostrato.

 

-Come ti sentivi quando ti picchiavano? (Arianna Zocca, 3D)

All’inizio mi sembrava impossibile, assurdo! Non credevo che avessero il potere di farlo… non pensavo che fossero in grado di alzare le mani su di me.

 

-Chi dei tuoi parenti ti manca di più? (Eleonora Rossato, 3D)

Sicuramente zio Kamil. Lui mi ha aiutata a fuggire, lui è stato il mio angelo custode. Poi ero molto legata anche alle sorelle di mia madre e ai miei cuginetti, non mi dispiacerebbe rivederli. Purtroppo ora come ora non ho notizie di loro, spero solo che stiano bene nonostante la guerra. So soltanto che sono scappati, anche se per le donne di Al Karatz scappare è quasi impossibile.

 

-Hai intenzione di scrivere altri libri? (Elisa Bonollo, 3C)

Si, nel 2018 probabilmente uscirà il mio secondo libro.

 

-Qual è stata la prima cosa che hai fatto tornata in Italia? (Francesco Lagatolla, 3E)

Sembrerà strano, ma mi sono messa il rossetto e lo smalto rosso acceso. Era come dire che potevo finalmente conciarmi come volevo, a mio piacimento.

 

-Cosa possiamo fare noi ragazzi per ridurre la violenza sulle donne? (Gessica Belfiore, 3F)

Secondo me dovete continuare ad informarvi e rendere partecipi amici e conoscenti di quello che molte donne devono subire a causa della malsana mentalità di alcune persone che si considerano superiori.

 

Nicol 14 anni, Marianna 13 anni