WEEK4US UN’ESPERIENZA DI VITA

UN’OCCASIONE PER IMPARARE A METTERSI IN GIOCO

La Week4us, secondo noi, dimostra la disponibilità della scuola nei nostri confronti, cercando di aprirsi anche al nostro mondo, al mondo dei ragazzi di oggi. Significa fare anche scuola “moderna”, significa insegnare a noi ragazzi la scuola non è solo un obbligo o una seccatura. La scuola SIAMO NOI. E’ anche un posto per i nostri interessi, per le nostre passioni, per le nostre amicizie. La scuola non sono solo i libri o le verifiche.  A scuola possiamo metterci in gioco e prepararci al nostro futuro. Perché quando saremo là fuori, da soli, con la nostra vita in mano, non avremo più il vincolo del dovere. Dovremo prendere da soli le nostre scelte. E sarà più difficile di quanto crediamo. La settimana alternativa ci ha dato la possibilità di fare scuola in maniera diversa. Ci siamo potuti esprimere nei laboratori e abbiamo assistito a delle testimonianze molto particolari e stimolanti, diverse da quello che sentiamo ogni giorno. A parte un incontro che non ci ha particolarmente stimolato, tutti gli altri sono stati organizzati in modo da coinvolgerci molto. Quando, ad esempio, sono venuti i ragazzi di “Cittadini per la Costituzione”, ci siamo resi conto che certe tematiche non sono solo per i grandi, ma possono interessare e coinvolgere anche noi, adulti del futuro. Ragazzi poco più grandi di noi, motivati da uno scopo comune che li accumunava anche a Fahrad: Far sapere. Diffondere alla gente una cultura attuale di quello che non siamo ancora riusciti a migliorare nel mondo, per riuscire a farlo in futuro. La cosa più temuta da chi pensa solo al proprio interesse è la CULTURA. Se le persone non sanno, non pensano che sia sbagliato, lo accettano e basta. Ma se una persona sa, se una persona è al corrente, comincia a domandarsi se è così che devono andare le cose. Le testimonianze della settimana alternative avevano proprio lo scopo di FARCI SAPERE, farci sentire parte di un mondo che per certi aspetti sentiamo così distante da noi e dalle nostre vite  di cui spesso non apprezziamo la fortuna. Certo, siamo ragazzi, a cui viene spesso rimproverato il menefreghismo, ma qualcosa ci rimane dentro. A chi più a chi meno, ma far sapere ai ragazzi resta la soluzione migliore per migliorare il futuro. La week 4 us racchiudeva tutte queste cose, e non solo, e a noi ragazzi è piaciuta davvero tanto. Noi ragazzi speriamo che questa attività verrà portata avanti anche nei prossimi anni, perché è uno stimolo per noi, abituati alla solita routine della scuola.

 

 Redazione delle classi terze

Week4Us: intervista al Preside

La settimana alternativa è stata istruttiva per gli alunni o per gli insegnanti?

Per entrambi.

 Di chi è stata l’idea della Week4Us?                                                              

È stata in parte mia e in parte della commissione insegnanti.         

Dato che ai ragazzi è piaciuta questa esperienza l’anno prossimo si potrà rifare?

Certo! Potremmo farne anche due.

Quando lei aveva la nostra età ha mai fatto un’esperienza simile?

Ai miei tempi la scuola era semplicemente stare seduti ai banchi a studiare, il massimo di svago era fare una piccola gita all’anno.

È stato complicato organizzare tutto il lavoro?

Molto, perché bisogna interrompere il normale svolgimento delle giornate, bisogna collegare i professori ai propri laboratori e alle rispettive aule. Inoltre ci sono 430 alunni da accontentare …

Da dove è nato il logo?

Abbiamo preso ispirazione dall’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci, nella sua concezione di uomo al centro di tutto; infatti lo slogan di questa settimana è stato“sei disposto a metterti in gioco?”

 

La “chicca” della vicepreside…

“Se avessimo cinque ragazzi ,e chiedessimo a ognuno di loro di dirci i laboratori che sceglierebbero tra  A, B, C, D ed E siamo tutti sicuri che comunque qualcuno non sarà del  tutto  accontentato.  Se un ragazzo sceglie A, un altro D o B , una C e gli altri due E oppure A, siamo convinti che qualcuno alla fine avrà da ridire. Il problema e che voi non siete in cinque, ma in circa 430, e siccome nella vita non sempre sarà come noi vorremmo che fosse, bisogna imparare fin da ragazzi ad accontentarsi. Il tema di questa settimana era mettersi in gioco, e noi professori dobbiamo insegnarvi come fare.

Non accettiamo i “non lo so fare” o i “non voglio farlo”, quindi speriamo che capirete che noi cerchiamo di accontentare il più possibile le vostre richieste, ma voi dovete almeno provare a mettervi in gioco e impegnarvi il più possibile in tutto quello che fate.”

 

Redazione classe seconde

StopMotion Videos…

Ecco finalmente una galleria di alcuni video stopmotion conclusi durante la Week4Us. Prossimamente ne pubblicheremo degli altri!
Buon divertimento!

La storia del Rock – 2

I Flexus all'interno dell'auditorium, durante la lezione-concerto
I Flexus all’interno dell’auditorium, durante la lezione-concerto

Anche quest’anno gli studenti della Fusinato hanno potuto confrontarsi con il mondo dell’arte e dello spettacolo: oltre agli incontri di teatro e alle proiezioni di film (cineforum), molto sentiti ed apprezzati, hanno accolto con entusiasmo la partecipazione ad una lezione-concerto (in continuità con lo scorso anno), che ha tratteggiato l’evoluzione di un genere (il rock) dalle radici jazz e soprattutto blues fino ai giorni nostri.

Interpreti di questo istruttivo spettacolo i tre musicisti dei Flexus: destinatari, le classi seconde e terze dell’istituto, all’interno dello storico auditorium. Già l’anno scorso il trio aveva stupito appassionati e non di questo genere musicale, sia per aver ricostruito con precisione lo stile e gli strumenti degli esordi del rock (anche precedenti alla “svolta elettrica”), sia per aver spiegato con estrema chiarezza i momenti cruciali dell’evoluzione del genere.

Nell’edizione di quest’anno, hanno ripetuto il successo precedente: dopo aver ripreso, in sintesi, i punti salienti della passata edizione (dalle origini ai primi anni ’70), il chitarrista-cantante Gianluca Magnani, il bassista Daniele Brignone e il batterista Enrico Sartori hanno profuso ogni energia nell’illustrare – con canzoni, aneddoti, cimeli d’annata – l’evoluzione della musica rock nel suo ventennio più importante e creativo. Si veda, ad esempio, il video inserito di seguito, sull’utilizzo di distorsioni anche negli organi elettrici.

Ma ciò che ha più conquistato il pubblico, come sempre, è stata la carica, l’energia elettrizzante che il rock e i suoi interpreti sanno trasmettere alla platea: la scelta dei brani in scaletta, la precisione nell’esecuzione (anche nonostante imprevisti come la rottura di una corda della chitarra!) e la simpatia dei tre musicisti hanno inoltre definito lo sfondo di uno spettacolo davvero riuscito!

Un basket davvero… speciale!

Il prof. Lora, organizzatore dell'evento
Il prof. Lora, organizzatore dell’evento

Un momento molto intenso, che abbiamo vissuto alla scuola media Fusinato, è stato realizzato mercoledì 25 marzo ’15 per le sei classi prime: è stata ospitata nel nostro istituto una squadra di atleti professionisti, disabili, di basket. In quest’occasione hanno dimostrato come la passione per lo sport possa superare qualunque difficoltà. Sono sei giocatori della provincia di Vicenza, accomunati dallo stesso handicap agli arti inferiori (alcuni dalla nascita e altri in seguito ad un incidente) e soprattutto dalla stessa passione per lo sport: hanno giocato prima una partita tra di loro e poi, con altre carrozzine in più, hanno permesso di partecipare, a turno, ad alcuni dei nostri ragazzi (scelti dagli insegnanti di ed. fisica) che assieme a loro, hanno sperimentato il gioco del basket in una nuova modalità…

Giocatori in ascolto
Giocatori in ascolto

All’inizio c’è stato un breve discorso di presentazione della squadra e di alcune regole che appartengono a questa tipologia di gioco in carrozzina (come il numero delle spinte al posto dei passi) e poi si è passati all’azione. Nella partitella della squadra si è vista la scioltezza e la loro bravura come ad una vera partita di basket. In seguito i ragazzi della scuola, dapprima impacciati, si sono ritrovati in campo a rincorrere palloni che sfuggivano alla loro presa su carrozzine che, nonostante fossero leggere, erano difficili da manovrare per cui sembravano fare un’enorme fatica da inesperti!

 

 

I giocatori si sono dimostrati molto sensibili e attenti sotto quel fisico atletico, come delle mamme con i loro cuccioli.

Quando hanno giocato insieme, li aspettavano e li consigliavano in modo che si sentissero a proprio agio. Non li ho mai visti tirare a canestro e, in alcuni casi, anche se erano avversari, ridavano la palla al ragazzo perché riprovasse il tiro sbagliato. Il resto dei compagni (un centinaio di alunni!) dagli spalti faceva il tifo chiamando i nomi dei giocatori (soprattutto il nigeriano Kenneth, diventato un vero e proprio idolo!) e sottolineando con applausi e grida di gioia ogni canestro.

Alla fine dell’incontro, dopo due ore di intenso scambio, c’è stato l’urlo liberatorio ed esultante della squadra e tutti i ragazzi si sono accerchiati attorno ai giocatori per farsi fare gli autografi di ognuno. La campanella della ricreazione in questo emozionante momento non era stata sentita e questo fa pensare ancor di più quanto fossero immersi in questo speciale momento. Al termine dell’incontro, da parte degli atleti professionisti, abbiamo condiviso il fatto che l’obiettivo è stato raggiunto.

Angelo Lora

Le attività “Kairòs” della Week4Us

a cura del prof. Angelo Lora

All’interno della Week4Us, gli insegnanti di sostegno hanno ideato e realizzato un’attività volta a tutte le classi, per sensibilizzare sul tema della disabilità. Come referente del Kairos, ho visto la possibilità di espandere l’attività che di solito si svolge a marzo, con un’ulteriore settimana dove noi insegnanti di sostegno ci saremmo messi in gioco per creare qualcosa di stimolante al fine di mettere in luce la persona diversamente abile. Abbiamo così realizzato dei diversi progetti a seconda delle classi da incontrare.

Per tutte le classi seconde, divise fra tre insegnanti in tre diverse aule, si è cercato di mettere in relazione due diverse esperienze di persone disabili: la prima è Simona Atzori, disabile dalla nascita, che è riuscita a realizzare i sogni della sua vita diventando una ballerina e una pittrice professionista. Sono stati letti dei capitoli e delle frasi significative dal suo libro autobiografico “Cosa ti manca per essere felice?” e mostrato agli alunni un video di presentazione del libro, di momenti di danza, alcuni suoi quadri e dei momenti particolari della sua vita quotidiana.
In un secondo momento si è parlato di Giusy Versace, diventata disabile, perdendo gli arti inferiori, in seguito ad un incidente stradale a ventotto anni. In un’intervista trasmessa alla TV, lei racconta la sua esperienza prima e dopo l’incidente e di come sia riuscita a reagire e ad affermarsi come atleta alle paraolimpiadi. Alla fine delle due testimonianze, si è discusso con i ragazzi sui diversi modi di reagire di fronte alla diversità e di come noi ci poniamo rispetto ad un disabile quando li incontriamo (senso di pietà o altro).

Per le classi terze, è stato proiettato il film “Un amore speciale” che parla di un amore tra due persone disabili. È un film d’impatto, proprio per il tema trattato: viene coinvolta la famiglia in questioni delicate e anomali proprio perché, a volte, si pensa che queste persone non siano in grado di avere una propria autonomia, di innamorarsi, di amare e poter fare una famiglia come noi “normali”. Alla fine del film, è stata consegnata una scheda con delle domande a cui, la maggior parte dei ragazzi, ha risposto in maniera sbrigativa senza importanti riflessioni personali. Il film durava più delle due ore che avevamo a disposizione, perciò siamo stati costretti a dover tagliare delle scene o, in un caso, a non farlo vedere interamente. Per questo motivo i ragazzi si sono giustificati nell’aver dato un giudizio riduttivo con poche riflessioni personali.  Il film comunque è piaciuto e ha lasciato in tutti un pensiero positivo.

In un altro giorno, con le tutte le sei classi prime (circa 150 ragazzi!) siamo andati nella palestra della scuola dove abbiamo sperimentato delle attività del prezioso manuale Kairos! All’inizio abbiamo fatto dividere tutti i ragazzi in coppie. Uno dei due veniva bendato e il compagno, da dietro, doveva dare dei comandi solo toccando sulle spalle chi stava davanti a lui: al centro per andare dritto, sulla spalle destra o sinistra per girare e sopra la testa per fermarsi. Naturalmente chi guidava doveva stare attento che il compagno non si scontrasse con gli altri, e non si poteva parlare. Alla fine di un percorso si sarebbero scambiati le parti. La prima volta li abbiamo lasciati liberi di girare per la palestra, mentre, in un secondo momento, dovevano attraversare un percorso tra i birilli superando degli ostacoli. Essendo in tanti (forse troppi), si è creata un po’ di confusione e molti non rispettavano le regole date, ma, come prima esperienza, diciamo che si sono divertiti e l’eccitazione era data dalla difficoltà di comprendere i comandi non sempre chiari. La seconda attività era sempre in coppia e consisteva in una corsa “a tre gambe”, nel senso che le due gambe centrali, venivano legate costringendo la coppia a sincronizzare il passo: un gioco (pur sempre) di squadra, anche se numericamente piccola. Hanno visto che c’era bisogno di intesa per arrivare prima degli altri! La terza attività era sempre una corsa fatta con le braccia dentro la maglia: questo per far capire la difficoltà di correre avendo un impedimento fisico. L’ultima attività, infine, consisteva nella lettura labiale di una consegna data da noi insegnanti ognuno a due classi. L’azione da svolgere consisteva nel prendere un paio di occhiali che stavano sopra un tavolo, indossarli e ritornare al proprio posto: chi capiva le indicazioni, doveva eseguirle. Non è stato facile per la maggior parte degli allievi, ma dopo aver ripetuto più volte e molto lentamente le parole, molti si sono attivati. Gli occhiali (solo sei paia) erano naturalmente da vista e molto forti, così i ragazzi normovedenti, hanno fatto fatica a ritornare al loro posto. Questa attività è stata programmata appositamente per far capire loro l’importanza della vista. In conclusione possiamo dire che tutti si sono divertiti e siamo riusciti, anche attraverso dei giochi, a sensibilizzarli sulla disabilità nelle diverse forme.

In un’altra giornata, per le classi terze, due ore sono state dedicate alla “storia della disabilità” ossia capire, attraverso gli anni, chi sono stati i diversamente abili e come venivano considerati. Attraverso un powerpoint , una collega di sostegno ha illustrato delle slides e alla fine ha lasciato spazio a un dibattito con gli studenti.

Alle classi prime e seconde, in due momenti diversi, abbiamo mostrato loro alcuni video, sempre sulla disabilità. Sono stati selezionati tra molti che si possono trovare in rete perché, a nostro parere, più immediati e di effetto. Da quelli in cartone animato a immagini reali dei nostri giorni dove si vedevano le difficoltà incontrate quotidianamente da persone in carrozzina che devono prendere l’autobus, salire un marciapiede pieno di intralci; la presenza di barriere architettoniche come scalinate o scalinate prive di scivoli ai lati che non permettevano il passaggio; la difficoltà di raggiungere un bancomat o l’accesso ad una farmacia; in particolare, l’impossibilità per un disabile di parcheggiare l’auto in un posto riservato, dotato di apposita segnaletica, perché occupato abusivamente, più tante altre difficoltà che s’incontrano nelle nostre città ma cui non facciamo caso perché a noi, persone “sane”, esse non danno fastidio. I ragazzi hanno potuto pertanto calarsi nei panni di persone diversamente abili e comprendere il valore di una realtà molto lontana dalla propria! Importante è stata anche la video-testimonianza di Nick Vujicic in una scuola americana dove parlava tranquillamente del suo handicap e della sua vita. Il suo “Circo della farfalla”, (già segnalato al Lions), cortometraggio sull’handicap visto come mostruosità da baraccone, ha valso più di tante parole.

Haiku

Il LABORATORIO DI HAIKU E TRADUZIONE si è svolto durante la settimana alternativa in tre incontri di un’ora e mezza ciascuno con le seguenti modalità:
Prima giornata: introduzione e spiegazione dei concetti generali e della filosofia di fondo riferita alla forma poetica dell’Haiku | Esempi tratti da diversi autori giapponesi e non, così come da poeti antichi, moderni e contemporanei.
Seconda giornata: definizione e messa a punto del tema stagionale e del Kigo (elemento centrale dell’Haiku) | Esplorazione, osservazione e raccolta di dati nel giardino, elementi, vocaboli e immagini | Prima stesura di prove e testi.
Terza giornata: scelta di uno o più Haiku e stesura ‘calligrafica’ definitiva su foglio A4 | Traduzione in inglese e in altre lingue, in base alla provenienza e alla conoscenza degli alunni partecipanti, stesura definitiva sul retro del foglio.
I risultati, come si può notare dagli esempi scelti, sono stati ottimi e il grado (di curiosità prima e di attenzione e collaborazione poi) molto elevato.

Prof. Roberto Cogo

Laboratorio di fumetti in inglese (Comics)

articolo del prof. Lorenzo Di Domenicantonio

di Jack Zhou
di Jack Zhou

Nei giorni 9, 10 e 11 febbraio, giorni di “febbrili” attività per la nostra scuola, impegnata nella Week4Us, si è tenuto il laboratorio di “comics” ovvero fumetto in lingua inglese. C’è stata una soddisfacente richiesta di partecipazione alle attività di realizzazione di un fumetto e questo ha portato all’articolazione di due laboratori, uno costituito da ventisei ragazzi e l’altro da ventisette, distribuiti nelle due fasce orarie comprese tra le 10:00 e le 13:00.
Preparare un gruppo di lavoro a realizzare una storia in vignette non è facile e richiede molto tempo, tante idee da mettere in ordine, delle direzioni da definire per non perdere di vista gli obiettivi predisposti; questo ha portato gli organizzatori a pianificare, già prima dell’inizio, delle strategie per permettere agli alunni partecipanti di produrre qualcosa di creativo nel poco tempo a disposizione. Dunque si sono fornite delle idee di base sia per gli sviluppi della storia da scrivere sia per la caratterizzazione dei personaggi. L’idea di fondo è stata quella di raccontare la difficoltà che un ragazzo qualsiasi ha nell’accettarsi coi propri difetti e pregi e nell’affermarsi all’interno dell’ambiente in cui passa buona parte della sua giornata, la scuola. Si è voluto raffigurare con tratti caricaturali e scherzosi un mondo fatto di insicurezze, di ostacoli che sembrano insormontabili e di “nemici” che sembrano imbattibili; si è insistito sul bisogno di sognare, di fantasticare e tutto è ruotato attorno al perno di un profondo legame di amicizia tra Theodore (il protagonista) e Betty, sincera e saggia compagna di tutti i giorni e proprio per questo non apprezzata da Theodore per quello che realmente vale.
I ragazzi hanno dato un importantissimo contributo allo sviluppo della storia perchè hanno “riempito” i personaggi di realismo, li hanno caratterizzati con molta attenzione, si sono quindi appropriati delle ipotesi di lavoro che erano proposte e le hanno trasformate in prodotti finiti, ognuno con il suo stile, ognuno con il suo modo di esprimersi in lingua inglese, ognuno con il suo modo di interpretare la splendida e complessa età che si trovano a vivere.
Vogliamo trovare un simbolo, una situazione che efficacemente e molto sinteticamente potrebbe rappresentare questa attività? Certamente è stato il silenzio dei ragazzi impegnati a disegnare e a creare dialoghi in lingua, alterato solo dal rumore dello sfregare di matite e pennarelli sui fogli che attimo dopo attimo si riempivano della loro “Arte”.

Laboratorio di disegno con i bottoni

a cura della prof.ssa Zancanaro Eleonora

Lavoretti realizzati nel laboratorio di disegno con i bottoni
Lavoretti realizzati nel laboratorio di disegno con i bottoni

Ho scelto di proporre il laboratorio di disegni con i bottoni per dare l’opportunità ai ragazzi di sperimentare un’attività che li aiutasse a sviluppare la manualità fine, un’abilità che in questo tempo caratterizzato da uno sviluppo tecnologico affascinante – ma talvolta totalizzante – rischia di essere definitivamente messa da parte dalle nuove generazioni.

Il laboratorio, in realtà, ha coinvolto i ragazzi in attività molto diverse , anche se tutte finalizzate alla realizzazione del manufatto finale che ogni alunno ha immaginato e realizzato secondo quanto gli veniva suggerito dal proprio gusto , dalla propria fantasia e dalla propria voglia di mettersi in gioco e di scommettere su capacità che molti hanno scoperto di possedere solo in questa occasione.

Siamo partiti da esempi di lavori tratti da diversi forum su Internet e a Internet ci siamo rivolti – in qualche caso – anche per trovare esempi di disegni di animali abbastanza semplificati da poter essere realizzati con dei bottoni. Poi ogni allievo ha deciso cosa realizzare: un quadretto, una trousse per collane ed altri gioielli, un contenitore per il tablet o il cellulare e perfino degli orecchini o la copertina per il diario scolastico. E ne ha fatto un progetto su carta .

Una volta decise misure, colore, decorazioni e destinazione d’uso del manufatto, ad ogni ragazzo è stato consegnato uno scampolo di panno che sarebbe stato cucito in base alla forma scelta e decorato con i bottoni – ma anche con pezzi di rami, stoffe o frammenti di collane – fissati alla stoffa con vinavil o colla a caldo o cuciti con ago e filo: come mi hanno fatto notare gli stessi ragazzi , alla fine i partecipanti al laboratorio hanno sperimentato attività diverse e hanno imparato a servirsi di materiali e tecniche che spesso prima non conoscevano e i risultati …  beh, giudicate voi stessi!

Prof.ssa Eleonora Zancanaro

Laboratori di coro e coreografie

I laboratori di coro e coreografia assieme a quello delle scenografie, costituiscono il “pezzo forte” di questa setimana alternativa.
Questo laboratorio è frequentato da ben 130 alunni (circa).

L’ambizione delle coordinatrici del laboratorio, prof.ssa Zordan, prof.ssa Pertile e prof.ssa Battocchio (oltre ad altri insegnanti collaboratori), è quella di rappresentare alcune scene tratte dal famoso Musical “JESUS CHRIST SUPERSTAR”.

Abbiamo visto che il lavoro per i ragazzi consiste nell’imparare passi di danza legati a dei balletti, suonare alcuni brani dell’opera rock, cantare. Tutto ciò sarà poi unito con le scenografie e nascierà il prodotto finale, lo spettacolo che vedremo Sabato.

Jesus Christ Superstar è un’opera Rock composta da Andrew Lloyd Webber con i testi di Tim Rice. S’ispira alle vicende dell’ultima settimana della vita di Gesù (Ingresso a Gerusalemme, il processo, la condanna a morte e la crocifissone)

E’ stato prodotto nel 1970.

Abbiamo fatto qualche domanda ad un’alunna del gruppo.

-IN CHE COSA CONSISTE IL LABORATORIO?

-Consiste nell’imparare a cantare, ballare e recitare parti di questo musical.

-QUALI SONO LE QUALITÀ NECESSARIE PER QUESTO LABORATORIO?

-Serve voglia di fare, entusiasmo e creatività

-SEI STATA ACCONTENTATA NELLE TUE RICHIESTE?

-Si, e sono anche molto felice di partecipare a questo spettacolo.

Anita Krasniqi
Janet Berretiini
Michael Fernando
Dasun Warnakulasuriya